La storia del peperone in Europa comincia grazie a Cristoforo Colombo che nel suo secondo viaggio nel nuovo Continente raccolse e conservò questa pianta appartenente alla famiglia delle Solanacee, i cui frutti maturano in estate e virano il loro colore (verde, giallo, rosso) a seconda dal grado di maturazione.
Da un punto di vista nutrizionale, sono ricchissimi di carotenoidi (vitamina A) e di vitamina C. Ben rappresentati sono oligoelementi come il potassio, il magnesio e il ferro. Contengono anche molta fibra, utile perché ha un'azione prebiotica, cioè fornisce il nutrimento al nostro microbiota (l’insieme dei batteri che popolano il nostro intestino).
Oltre a permettere l'abbondanza e la diversità delle popolazioni microbiche intestinali, il beta-carotene e la fibra vegetale favoriscono la crescita di Akkermansia muciniphila. Tale batterio svolge un ruolo fondamentale nell’attività antinfiammatoria e nel miglioramento dei disturbi metabolici (obesità, diabete di tipo 2, malattie infiammatorie croniche intestinali, ipertensione e malattie del fegato), modulando in positivo il nostro sistema immunitario.
Grazie al loro elevato contenuto in vitamina C, questi ortaggi sono stati ampiamente impiegati in passato per curare lo scorbuto, una malattia oggi scomparsa, provocata dalla sua carenza. Questa patologia in passato era comune tra gli equipaggi delle navi dove frutta e verdura fresche (vitamina C) non erano disponibili per lunghi periodi di tempo.
L'uomo non è in grado di sintetizzare il collagene senza vitamina C. Questa molecola di struttura è fondamentale per il rinnovo e la tenuta di vasi sanguigni, pelle, muscoli e ossa, e rappresenta circa il 6% del peso corporeo di un essere umano, il 25% della massa proteica totale. Inoltre il collagene serve a riparare e dare tono ai tessuti e conferisce alla nostra pelle tono e compattezza. Ecco perché, in caso di prolungata assenza di vitamina C, il nostro organismo incorre in forti emorragie e molteplici complicanze fino alla morte dell'individuo.
Un'altra caratteristica è il loro alto contenuto di molecole antiossidanti, in particolare il colore della buccia evidenzia il contentuto di particolari e importanti molecole bioattive:
Il colore rosso indica la presenza di capsantina, capsorubina e criptocapsina, alcaloidi attivi che si distinguono per le loro proprietà antibatteriche, anticancerogene e analgesiche.
Il colore giallo indica la presenza di β-carotene e luteina. Quest'ultima molecola si contraddistingue per le proprietà protettive per la vista grazie alla sua azione antinfiammatoria. Agisce rallentando la progressione della degenerazione maculare legata all'età, che può portare a gravi problemi visivi fino alla cecità.
Il colore verde indica la poca maturazione e contiene alte concentrazioni di clorofilla, una molecola molto importante per l'ossigenazione cellulare.
È importante ricordare che i peperoni necessitano di un'attenta masticazione allo scopo di favorirne la digestione e l’assimilazione di tutte le vitamine e oligoelementi contenuti. In particolare per i soggetti sensibili e delicati a livello gastrico si consiglia un consumo moderato a crudo dei peperoni gialli e rossi (più digeribili), inserendoli in piatti variegati o a delle insalate miste, seguendo una dieta equilibrata.
Dott.Emanuele Rondina – Biologo Nutrizionista
Emanuele Rondina: laureato in Biologia, da più di dieci anni svolge con passione l’attività ambulatoriale come Biologo Nutrizionista. Elabora piani su misura e personalizzati, cercando di diffondere la consapevolezza della corretta alimentazione e insegnando come le molecole degli alimenti interagiscano con il nostro personale patrimonio genetico e i nostri processi biochimici cellulari. Segue pazienti oncologici per l’associazione Onconauti. Collabora come divulgatore scientifico nutrizionale con riviste scientifiche e divulgative, quotidiani nazionali, aziende, agenzie di eventi.