News | 07 novembre 2021

Fiori di Liguria: Colchicum, sembra zafferano, ma è velenoso

Con Valentina Pulinetti scopriamo un fiore facilmente e pericolosamente confondibile

Fiori di Liguria: Colchicum, sembra zafferano, ma è velenoso

La fotografa Valentina Pulinetti accompagna i nostri lettori alla scoperta della flora spontanea ligure. In questo percorso ci presenterà le specie più belle del patrimonio botanico ligure e racconterà le loro caratteristiche particolari e le loro curiosità. L’osservazione e la scoperta di specie botaniche potranno suscitare sorprendenti motivi d’interesse anche ai meno esperti del settore. I colori, le forme e i profumi rendono infatti unica ogni specie botanica. La conoscenza e l’informazione corretta renderà i nostri lettori ancora più consapevoli che tutte le piante, dalle più rare alle più comuni, vanno protette e tutelate dalla raccolta incosciente, perché la scomparsa di anche solo una specie vegetale può avere gravi ed imprevedibili conseguenze. La migliore collezione di piante la si può fare tranquillamente con la fotografia. Chi ama la natura le lascia i suoi fiori

 

 

Le specie ascritte al genere Colchicum appartengono alla Famiglia delle Liliaceae o Colchicacae a seconda delle particolari visioni dei botanici.

Il nome scientifico Colchicum deriva dal greco Kolchikon, denominazione che richiama etimologicamente l’antica area geografica della Colchide corrispondente all’attuale Georgia occidentale dove la pianta era abbondante nei tempi antichi. Furono proprio due illustri personaggi dell’antichità ad usare per primi la denominazione di Colchico: Dioscoride, botanico e medico greco antico, ne scoprì l’ampia diffusione nella regione della Colchiche e ne rivelò gli sgradevoli effetti venefici nei suoi trattati di medicina; il poeta greco antico Nicandro lo descrisse come pianta pericolosa nelle sue Georgiche. Il nome venne ripreso per la prima volta in tempi moderni dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort e consolidato da Linneo che ne istituì ufficialmente il genere nel 1737.

 

 

All’epoca esso comprendeva solo tre o quattro specie ma si andò via via arricchendo sino a raggiungere le attuali sessanta specie conosciute e diffuse in Europa, Asia occidentale ed Africa settentrionale. Secondo la mitologia classica, sarebbe stata Medea, figlia di Eete, re della Colchide, a dare origine ai colchici. Proprio in quella regione, mentre stava distillando una delle sue misteriose pozioni, alcune gocce cadute sul terreno avrebbero originato i primi colchici della storia. I colchici sono piante bulbose perenni, estremamente velenose, addirittura mortali per la presenza di alcaloidi, tra cui la colchicina e l’inulina.

 

 

La colchicina infatti è una sostanza estremamente tossica che può uccidere un essere umano in poche ore. L’avvelenamento colpisce l’apparato digerente, biliare, respiratorio, cardiovascolare, renale ed il sistema nervoso. Purtroppo non esiste antidoto ed anche il solo contatto può causare danni alla pelle.

 

 

Fioriscono generalmente nel periodo autunnale, a differenza dei “cugini” crocus, che sono invece a fioritura primaverile. A seconda della specie possono crescere solitari o raggruppati in piccole colonie. In Italia sono presenti circa una dozzina di specie. In Liguria sono presenti il Colchicum autumnale, il Colchicum alpinum, il Colchicum longifolium, il Colchicum cupanii ed il Colchicum lusitanum. Sicuramente nella nostra regione, le specie più diffuse del genere sono il Colchico autunnale (Colchicum autumnale) e il Colchico provenzale (Colchicum longifolium).

 

 

Le piante vivono nei pascoli e nei prati collinari e montani dove fioriscono tra la fine del mese di agosto fino a tutto il mese di ottobre. Si spingono fino ad un’altitudine di 2000 m circa. Hanno un bulbo ovale e carnoso, grande quanto una noce, avvolto da membrane nerastre. Il tubero in tarda estate forma il germoglio fiorale dal quale poi si formerà il fiore vero e proprio, lasciando alla primavera successiva il compito di emettere numerose foglie lineari, di colore verde brillante, lucide leggermente carnose ed il frutto. Le foglie dei colchici in estate disseccano completamente e dai bulbi in autunno spuntano alcuni piccoli fiori, di colore rosato, violetto o raramente bianco. 

 

 

I fiori hanno sei stami e presentano alla base una lunga porzione tubolare sottile che poi si espande con l’infiorescenza a forma di campanula eretta o calice allungato, che tende presto a sfiorire e ad aprirsi a ventaglio. L’altezza dell’infiorescenza varia dai 5 ai 15 cm circa. Il Colchico autunnale essendo molto simile ai fiori dello Zafferano commestibile (Crocus sativus) è facilmente e pericolosamente confondibile. Questa somiglianza gli ha conferito il particolare soprannome di “Zafferano bastardo”. Non lasciatevi ammaliare dai graziosi colchici, improvvisandovi esperti di piante, la raccolta fai da te è davvero pericolosa.

Valentina Pulinetti è nata a Sanremo nel 1993. Dopo la maturità Sociopsicopedagogica al Liceo C. Amoretti di Sanremo, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova, discutendo una tesi sui diritti delle donne.  Grande appassionata di cavalli pratica l’equitazione fin dall’infanzia.   Ama praticare l’escursionismo in montagna. Da circa 10 anni con la sua reflex immortala la flora e la fauna in particolare del Ponente ligure. Ha partecipato a diversi concorsi fotografici nazionali ottenendo alcuni premi e riconoscimenti.

Contatti: e-mail valep93@virgilio.it Facebook e Instagram (@valentinix28)

 

 

Valentina Pulinetti