Vini | 07 dicembre 2021

Nel nuovo libro di Fulvio Piccinino tutta la cultura del bere responsabile

Intervista al massimo esperto a livello nazionale in materia di conoscenza dei processi produttivi di distillati e liquori, fra i quali spiccano in particolare vermouth e gin.

Nel nuovo libro di Fulvio Piccinino tutta la cultura del bere responsabile

 

Un viaggio nell’universo del bere in tutte le sue sfaccettature: fermentati, liquori, distillati, le modalità di produzione, la storia che di cui si fanno portatori, e la qualità dei prodotti con i quali vengono realizzati.

Travel Eat ha voluto dedicare attenzione al nuovo libro di Fulvio Piccinino, “ SAPEREBERE”,  una vera e propria enciclopedia per gli appassionati di drink e per gli addetti del settore, dai barman agli stessi maestri produttori e distillatori.

 

1. Fulvio Piccinino, il massimo esperto a livello nazionale in materia di conoscenza dei processi produttivi di distillati e liquori, fra i quali spiccano in particolare vermouth e gin. Il tuo nuovo libro possiamo dire che si tratti di una summa dei tuoi saperi e delle tue varie consulenze dedicate ai migliori cocktail bar d’Italia?

Senza dubbio già il fatto che come sottotitolo abbia aggiunto “ complete edition”,  vuol dire che abbia voluto dare un chiaro segnale al precedente testo di “ Saperebere” : era stato realizzato, infatti, per i principianti che si approcciavano al variegato mondo della mixologia. Volevo esprimere delle idee di base abbinato ad un costo del libro accessibile a tutti, per valutare se davvero questa materia interessava. Per di più, avevo creato il sito internet di “ saperebere” www.saperebere.com –  con informazioni aggiuntive rispetto al libro che, come sappiamo, per la sua produzione, è necessario del tempo.  Dopo 10 anni, ho iniziato a prendere coscienza che era venuta l’ora di rinnovarsi sia nelle modalità di approccio col pubblico, sempre più attento alle evoluzioni in materia , sia nelle modalità di comunicazione del testo stesso: e così ho ridisegnato il vecchio “SAPEREBERE” con l’attuale, un’ enciclopedia tascabile dove ho inserito  informazioni dettagliate, dai disciplinari europei di produzione ai regolamenti nazionali . Il sito rappresenta solo un corollario, un piccolo ma pur sempre dettagliato riferimento ma molto schematico, a ciò che si sta studiando o leggendo, dedicato soprattutto agli studenti  degli Istituti alberghieri che hanno bisogno di risposte chiare e immediate.  bisognava rinnovarsi e dare una piccola enciclopedia coi disciplinari europei, le normative . Per capirci, sul libro al cognac ho dedicato 50 pagine, sul sito mezza…

 

2.Quanto c’è di racconto del territorio nella descrizione di un distillato o di un liquore?

 

E’ stato fondamentale partire a parlare del territorio per inserire la narrazione del prodotto. Perchè solo dalla zona di produzione che si riesce a comprendere come si è arrivati a produrre certi liquori e perché hanno un certo tipo di gusto e non altri.  Perchè, ad esempio, quando si parla di champagne non si può parlare di prosecco? Che caratteristiche fisiche presentano i suoli di produzione? Aspetti banali per chi produce, un po’ meno per i consumatori. Ritengo che nel lavoro di chi studia come me i processi produttivi del mondo legato al vino e ai suoi derivati, sia  necessario specializzarsi in marketing territoriale perché solo così è possibile comunicare agli studenti  ( e non solo) il motivo per il quale il prezzo sia così diverso da un prodotto all’altro.

 

 

3. Il libro si presenta, come abbiamo visto, in una piccola enciclopedia tecnica di tutto lo scibile del mondo della liquoristica e della cocktaileria. Qual è il pubblico a cui rivolgi in particolare lo studio del testo?

 

Sicuramente è dedicato ai professionisti del settore, i barman e le bar lady, che devono specializzarsi sempre di più per andare incontro alle rinnovate esigenze in tema di composizione del cocktail: ma anche verso un pubblico appassionato che vuole avere informazioni dettagliate sulla provenienza di ciò che beve, come è realizzato, con quali ingredienti … il linguaggio che ho utilizzato è sicuramente un linguaggio tecnico ma anche più “ popolare “ proprio anche per supportare il variegato pubblico che vorrebbe capirne un po’ di più, a partire dalla lettura dell’etichetta. Una pratica che dovrebbe essere rivolta con enfasi anche nella gastronomia.  Questo anche a dimostrazione del fatto che il “ sapere bere” sta diventando argomento trasversale di chiacchera quotidiana ma ragionata di fronte a un cocktail o a un bicchiere di vino.

 

 

4. Possiamo affermare, a fronte di quanto ci hai detto, che il tuo nuovo “ Saperebere”  evidenzia anche una forte valenza educativa e sociale nei confronti sopratutto dei giovani nei loro approcci al drink?

 

Posso affermare con soddisfazione che i giovani si stanno orientando al bere con  basse gradazioni alcoliche, dopo anni di bevute sconsiderate. Mi auguro che soprattutto i giovani acquistino il libro proprio per essere  consapevoli del fatto che un bicchiere di vino è soprattutto un modo per condividere la socialità e che per farlo non bisogna necessariamente bere litri e litri di vino. E soprattutto che quel cocktail sta raccontando una storia di persone che hanno vissuto il suo territorio e che in maniera liquida narrano il motivo per il quale nel bicchiere si sta bevendo uno spritz o un vermouth

 

5. Qual è il drink al quale Fulvio Piccinino non rinuncerebbe mai e quale consiglia come aperitivo per i festeggiamenti del Natale?

 

Tra i cocktail che ogni tanto mi concedo è l’ “ Americano” : ritengo che bitter e vermouth si completino in maniera perfetta fra di loro, pur avendo caratteristiche strutturali e di gusto diversi.

E senza dubbio per questo Natale finalmente condiviso, come aperitivo delle feste consiglio lo  “ Stinger” , cocktail a base di cognac e crema di menta, ovviamente di Pancalieri, in omaggio alla mia terra piemontese.

 













Chiara Vannini

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