Il cibo è condivisione di passioni. In un piatto troviamo le nostre origini e i nostri ricordi. JRE è un’associazione che coinvolge da tanti chef provenienti da varie città europee e che fanno della condivisione di passioni per la gastronomia il focus principale di attività. Qui tutto ruota intorno alla condivisione, all'incoraggiamento e all'ispirazione della passione e del talento come sostiene il Presidente di Jre, Daniel Lehamann.
Gli chef appartenenti al circuito, uniscono alla profonda passione per il cibo uno straordinario livello di competenza in cucina, amore per gli ingredienti locali e rispetto per la tradizione gastronomica della quale si fanno “ambasciatori”.
Ma come si entra a fare parte dell’associazione? Lo abbiamo chiesto a uno dei recenti chef italiani, che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento di JRE, Andrea Monesi, chef e titolare della Locanda di Orta, ristorante situato sulle rive dell’omonimo lago.
Chef, quali requisiti bisogna avere per entrare a fare parte di JRE?
I giovani ristoratori e gli chef possono rientrare nel programma degli associati JRE se hanno meno di 42 anni, almeno 3 anni di attività nel ristorante nel quale devono possedere almeno il 15% delle quote della società. Viene inoltrata una semplice domanda all’organizzazione per richiedere di rientrare come associato e, come avviene per gli ispettori della Michelin, anche gli ispettori della JRE eseguiranno in loco una visita senza farsi riconoscere. In seguito, valuteranno se dare corso alla domanda, prendendo in considerazioni alcuni aspetti tra i quali i caratteri dell’esperienza culinaria: attenzione alla valorizzazione dei prodotti locali e della sostenibilità, evoluzione nei dettami della gastronomia in linea con le aspettative attuali, cura del cliente nel segno dell’ospitalità. In modo che l’esperienza culinaria sia sicuramente indimenticabile.
Quali sono i vantaggi a lungo termine per uno chef ottenere questo riconoscimento ed entrare a fare parte della rete di JRE?
Sicuramente molta visibilità: ma non in termini di autocelebrazione, ma nella voglia di fare squadra, senza gerarchie di sorta, nel segno di una cooperazione gastronomica europea ed internazionale. Riuscire a collaborare fra di noi chef nella preparazione di eventi a più mani l’uno in territorio altrui e riuscire a creare quella “contaminazione culinaria così difficile spesso da far apprezzare, ecco, questa è un’occasione semplice e diretta per poterlo fare.
Quali altri vantaggi ti senti di esprimere nel descrivere JRE?
È un‘associazione no profit che ti permette di avere dei vantaggi anche in termini consulenziali di gestione aziendale attraverso, ad esempio, il supporto alla realizzazione di cene di beneficenza organizzate nei ristoranti della rete. Spero presto, infatti, di realizzarne alcune nel mio ristorante col supporto dei colleghi coi quali ho recentemente stretto rapporti e non vedo l’ora di iniziare a collaborare.
Per info sul progetto, sui ristoranti e sugli chef aderenti al progetto:
https://www.jre.eu/it