News | 11 novembre 2022

L’Arnica montana una pianta dalle proprietà curative

La fotografa Valentina Pulinetti accompagna i nostri lettori alla scoperta della Flora spontanea ligure

L’Arnica montana una pianta dalle proprietà curative

L’Arnica montana, appartenente alla famiglia delle Asteraceae, note anche come Composite, è una pianta erbacea perenne rizomatosa, che nasce nei pascoli di alta montagna dai 500 m sino ai 2500 m di altitudine. L’Arnica montana è endemica dell’Europa; il suo areale di diffusione si estende dalla Penisola iberica alla Scandinavia fino ai Carpazi. È assente nelle Isole Britanniche ed è relativamente rara in Italia. È conosciuta ed utilizzata da secoli per le sue proprietà terapeutiche.

 

Sembra che sia stata Santa Ildegarda di Bingen, Badessa a Rupertsberg, vissuta intorno all’anno Mille, la prima a segnalare il potenziale curativo dell’Arnica nei confronti di contusioni ed ematomi. Successivamente nel XV secolo il medico e naturalista tedesco Theodorus Jacobus von Bergzabern approfondì l’argomento e la utilizzò come medicinale in caso di contusioni o distorsioni. L'Arnica infatti presenta proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche e per questo nella medicina popolare è utilizzata esternamente nel trattamento degli ematomi, delle contusioni e nel trattamento di disturbi muscolari, articolari e reumatici. La maggior parte delle tradizionali cure mediche a base d’Arnica è stata riconfermata anche dalla medicina contemporanea; soprattutto per quanto riguarda l’uso topico.

L’Arnica favorisce l'attività dei globuli bianchi perché aumenta la circolazione del sangue congestionato quando viene spalmata sulla parte dolorante e riduce così il malessere provocato dal trauma; inoltre allevia le irritazioni provocate dall’artrite sui muscoli o le cartilagini. Questa pianta non può essere utilizzata, per via orale, nei dosaggi e nelle formulazioni tipiche della fitoterapia perché cardiotossica, in quanto capace di provocare l’aumento della pressione arteriosa. Per questo motivo viene preparata con procedure di diluizione e dinamizzazione ricavandone un estratto idroalcolico che ne consente un uso sicuro.

 Dal punto di vista morfologico è bene osservare che le foglie basali sono solitamente 2 o 4, opposte a croce, appiattite al suolo in modo da simulare una rosetta; questa è una delle caratteristiche che la distinguono nettamente rispetto ad altre specie appartenenti alla stessa famiglia e che l’osservatore non esperto potrebbe facilmente confondere. Il fusto eretto è semplice, può essere alto dai 20 ai 50 cm; a volte presenta due rami e porta a metà un paio di foglie cauline opposte. I fiori di colore giallo dorato tendente all’arancio, sbocciano tra luglio e agosto; oltre ad essere deliziosamente decorativi, sono la parte della pianta che principalmente è impiegata per la preparazione di prodotti ad uso medicinale. Tuttavia anche l’estratto di Arnica montana, ricavato dalle radici, o dal rizoma può essere contenuto in medicinali a bassa dose, in diverse forme farmaceutiche perché anche queste parti contengono principi attivi vegetali.

 La grande fama di pianta officinale ed il crescente consumo provocò nel susseguirsi dei secoli la rarefazione dell’Arnica su tutte le montagne europee a causa della raccolta indiscriminata ed ha più volte indotto erboristi disonesti a sostituirla con specie morfologicamente a lei vicine, ma inefficaci. Nell’ultimo secolo, per far fronte ai forti consumi, sono sorte aziende specializzate che coltivano l’arnica per consentire a chiunque di beneficiare delle sue proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche naturali. La raccolta di questa pianta sulle montagne è così sostanzialmente cessata e l'Arnica ha fatto la sua ricomparsa anche sui rilievi liguri dove è protetta dalla Legge regionale n.28/2009 come accade in molte zone d’Europa. per la salvaguardia degli habitat naturali. Gli amanti della simbologia riconoscono nel loro colore dell’Arnica l'energia dei raggi del sole.

Una leggenda legata all’Arnica vuole che un uomo tanti secoli fa si sposò con una donna bellissima, che acconsentì alle nozze solo in cambio della promessa che i suoi capelli formati da raggi di sole non venissero mai toccati. Una sera, spinto dalla tenerezza, l’uomo accarezzò la testa della moglie che improvvisamente scomparve. La donna, sotto forma di spirito tornava solo per sbrigare le faccende di casa. Una sera una delle figlie della coppia decise di chiedere aiuto ad una strega che le diede una formula per far tornare la madre in carne ed ossa. Durante tutto il tragitto con l’incantesimo, i capelli della donna caddero tutti, dando vita a tante piante di Arnica, e lasciando il posto a dei normali capelli da umana.

 

Valentina Pulinetti è nata a Sanremo nel 1993. Dopo la maturità Sociopsicopedagogica al Liceo C. Amoretti di Sanremo, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova, discutendo una tesi sui diritti delle donne. Grande appassionata di cavalli pratica l’equitazione 􀀁n dall’infanzia. Ama praticare l’escursionismo in montagna. Da circa 10 anni con la sua reflex immortala la 􀀅ora e la fauna in particolare del Ponente ligure. Ha partecipato a diversi concorsi fotografici nazionali ottenendo alcuni premi e riconoscimenti.

Contatti: e-mail valep93@virgilio.it Facebook e Instagram (@valentinix28)

Valentina Pulinetti