Siamo ovviamente in una fase iniziale, resa possibile dai tentativi di agricoltori giovani, determinati ed attenti alle variazioni climatiche che stanno cambiando le vocazioni naturali e storiche di produzione agricole. I primi impianti hanno visto la luce con gli anni 2.000 e ad oggi si contano una trentina di aziende che si cimentano nella produzione di questo olio.
Certo, se andiamo a confrontare i 1.300 quintali di olive raccolte con una resa di meno di 20.000 bottiglie in tutta la provincia con i quantitativi prodotti in altre Regioni d’Italia non c’è confronto. La sola provincia di Bari raccoglie 150.000 quintali di olive e produce oltre 2.000.000 di bottiglie. Ciononostante gli impavidi coltivatori del Torinese vanno avanti senza paura. Proponendo un prodotto che alla prova di assaggio dà certamente degli ottimi risultati; si tratta di un olio molto delicato con sentori ed aromi fruttati che spaziano dal pomodoro al sedano, alla mandorla ed altri prodotti dell’orto si da ottenere un prodotto particolarmente adatto all’abbinamento con piatti di pesce ed anche come base ideale per la più classica Piemontese Bagna cauda. Le aziende sotto l’egida della Coldiretti che hanno presentato i loro oli sono La Civignola di Casalborgone, la Salfrutta di Bricherasio in Val Pellice, La Turna di Settimo Vittone e La Besuc della Val Chisone.
Certo, alcune si limitano a poche centinaia di bottiglie prodotte, ma la qualità degli oli presentati è veramente eccellente, e i presupposti per sviluppi fino pochi anni fa impensabili rende la loro sfida particolarmente interessante