La regione Puglia ha registrato un balzo dell’11% nel post pandemia rispetto al 2019, grazie alla notorietà dei suoi prodotti agroalimentari e vitivinicoli e alle azioni sinergiche tra operatori pubblici e privati. Il mare resta la principale motivazione (42%), ma cresce la componente multi-motivazionale: vivere il territorio (14%), visitare parenti e amici (10%), scoprire le specialità enogastronomiche (7%), la cultura (6%) e la natura (6%).
Leader assoluto il Salento (34% sia lato Adriatico che Ionio), seguito da Bari e costa barese (26%), Gargano/Daunia (24%) e Valle d’Itria (21%). La spesa media giornaliera si concentra tra 51 e 150 euro (64%), con un 8% di turisti alto-spendenti oltre i 200 euro. Chi viaggia per enogastronomia tende a spendere di più (29% oltre 151 euro). Il budget destinato a vitto ed esperienze culinarie oscilla per la maggioranza tra 11 e 30 euro, ma sale al 75% tra i turisti “food lovers”.
I prodotti più noti sono orecchiette alle cime di rapa (35%), olio d’oliva (28%) e taralli (26%), seguiti da vino (17%), focaccia (13%), pasticciotti e pesce (10%).
Il turista enogastronomico cerca novità, autenticità e benessere: nuove esperienze (37%), pausa dalla routine (27%), arricchimento culturale (26%) e immersione nella natura (23%).
Quasi tutti i visitatori vivono esperienze culinarie: ristoranti tipici (70%), mercati e botteghe (46%), eventi gastronomici (45%), street food (37%).
L’olio è protagonista: il 36% acquista direttamente in azienda, il 28% partecipa a degustazioni e il 25% visita frantoi storici. Seguono vino (30%) e caseifici (28%).
Le esperienze ottengono valutazioni complessivamente positive. Le degustazioni e gli acquisti diretti sono le più apprezzate, mentre gli eventi mostrano margini di crescita. Le aree da migliorare riguardano prezzi (3,89) e accessibilità alle informazioni (3,94).
Tre i principali cluster:
Enogastronomia e mare,
Enogastronomia e cultura,
Relax con parenti e amici (60%), spesso in vacanze balneari.
Seguono escursioni (48%), shopping e visite culturali (46%), confermando l’integrazione tra gusto, territorio e convivialità.