C’è una particolare luce, a Nizza, che sembra disegnare le cose più che illuminarle. È la stessa che avvolge le immagini di Constellation, la mostra che Michael Kenna dedica al bianco e nero come linguaggio dell’anima e che Silvia Assin ha appena visitato al Musée de la Photographie, in Place Pierre Gautier. Dentro, regna il silenzio sospeso delle visioni: alberi che respirano nebbia, paesaggi ridotti all’essenza, l’impronta leggera del tempo sulla materia. Fuori, invece, esplode la vita. Il mercato di Cours Saleya si è appena dissolto, lasciando dietro di sé l’aroma dei fiori e delle spezie, mentre la piazza torna lentamente ai passanti.

C’è chi passeggia con le borse dello shopping, chi viene sfiorato da un gabbiano in volo, chi si ferma davanti alla maniglia della casa dove abitò Matisse. Bambini mascherati da Halloween, turisti indecisi cercano un menù traducibile.
Tutto appare casuale, frammentario:  eppure, a ben guardare, c’è un filo invisibile che lega queste scene.
Come nelle fotografie di Kenna, anche qui ogni gesto, ogni ombra racconta un istante irripetibile. Il sole, ancora caldo nonostante l’autunno, distende le sue geometrie sui muri ocra del Vieux Nice. E la città, inconsapevole, diventa un’unica grande opera in bianco e nero, animata dal colore vivo delle sue contraddizioni.
 












 Beppe Tassone
 Beppe Tassone



