Il concetto di sostenibilità alimentare, prima ancora di scoprirlo e comprenderlo visitando le cucine dei ristoranti, è necessario riflettere sulle normali pratiche quotidiane, in particolare sui comportamenti nelle cucine di casa nostra.
E chi meglio delle nostre mamme ci può raccontare cosa e come cucinare? Magari senza sapere cosa si intende esattamente per sostenibilità, ma di certo senza sprecare nulla. Proprio dal concetto del “non spreco”, Paola Bortolani, mamma genovese ma trapiantata a Milano, ha realizzato un libro di ricette facili, veloci e gustose e che valorizzano l’offerta culinaria costituita da ingredienti in via di scadenza (o, a volte, anche già scaduti) o non più belli a vedersi.
L’idea alla base del libro, acquistabile su Amazon e disponibile anche in formato Kindle, dal titolo “Il Gusto di non sprecare” - ricette di una genovese in cucina” - è molto semplice: aprire il frigo e con quello che c’è, realizzare un pasto completo e soddisfacente per la famiglia e per gli ospiti. E inoltre, stimolare la propria fantasia in cucina, potrebbe essere di stimolo per continuare sulla retta via del recupero degli avanzi in cucina, contribuendo, tra le mura di casa, a dare un taglio alle ancora troppe alte percentuali di spreco di cibo ancora utilizzabile, in varie a altre modalità.
Paola ha anche aperto un suo blog personale - primononsprecare.blog - dove le ricette realizzate vengono pubblicate costantemente e dove tiene i contatti con chi le chiede consigli.
Abbiamo intervistato l’autrice per avere qualche idea in più su cosa intende per sostenibilità alimentare ma dal punto di vista di una mamma e da una donna di casa, che più di tutti è in grado di fare “economia domestica”, in modo che la maggior parte del pubblico lettore possa sentirsi più vicino a comprendere questa tematica.
1. Quando è nata l'idea di scrivere un libro dedicato a delle ricette ad uso domestico in chiave antispreco?
L'idea è nata dal blog primononsprecare.it, che ho aperto nel 2012 sulla base dell'esperienza "antispreco" di una vita, e mi è sembrato un naturale e concreto epilogo a un progetto, fino a quel momento, virtuale.
Ricordo che nel 2012 nessuno parlava di spreco alimentare, perlomeno nessuno fuori dal settore. Il problema è rimbalzato all'opinione pubblica con Expo, nel 2015.
2. Hai esperienze professionali che ti hanno portato a voler realizzare un libro con contenuti di questo genere e che, attualmente, hanno un'alta valenza comunicativa quando si parla di cibo?
No, non ho nessuna esperienza professionale, solo ed esclusivamente un'esperienza domestica. Ho incontrato e dialogato con diversi chef, anche stellati, e ho notato come siano stati subito coinvolti nell'attenzione verso lo spreco alimentare, un tempo molto trascurato nei ristoranti
3. Cos'è per te davvero sostenibile nelle pratiche domestiche in cucina?
Direi che ogni piccolo gesto è sostenibile, per il semplice fatto che, quando si parla di quotidianità, si tende a vedere il problema solo se è molto importante, altrimenti lo si derubrica a piccola disattenzione, peccato veniale ... Nessuno ammette di sprecare, ma se poi si va nei dettagli, la realtà è diversa: buttare un frutto o un ortaggio ammuffito perché dimenticato, uno yogurt scaduto è considerato gesto normale, che rientra nelle dinamiche di chi cucina ogni giorno. In realtà, gli spaventosi numeri dello spreco nascono proprio da questi piccoli gesti. E così, risparmiare o recuperare anche l'acqua, il gas sui fornelli, ottimizzare il calore del forno, non buttare lo scarto recuperabile, sono tutti piccoli gesti apparentemente di poco valore, ma che dobbiamo vedere riflessi dietro i vetri di tutte le cucine del mondo ...
4. Secondo te, ha senso parlare di pratiche sostenibili nelle cucine dei ristoranti?
Come ho detto, i ristoratori più attenti si sono subito attivati nell'inventare ricette antispreco. Oggi che ci si sta avviando, piano piano, a dare il giusto valore al cibo (anche se c'è ancora da fare in merito) il ristoratore illuminato e il cliente intelligente non hanno paura a proporre e consumare un piatto buono, ma fatto con uno scarto, per esempio. E non dimentichiamo la "doggy bag", o comunque la vogliamo chiamare, ovvero incentivare il cliente a portare a casa gli eventuali avanzi, senza assurde vergogne e inutili tentennamenti
5. Raccontaci al volo una ricetta salva cena e antispreco ovviamente...
Proprio al volo, e la faccio spesso quando ho poco tempo: un mix di verdure avanzate e scompagnate, crude e cotte non fa differenza, mescolate con due uova, del formaggio morbido e qualche erbetta profumata. Preparo una frittata, o delle frittatine individuali (anche più belle), che spolvero di abbondante Parmigiano e cuocio nel forno per circa 20 minuti. Il tempo di preparare una pasta, e sono pronte anche loro. Poco tempo, poca spesa, poca fatica e zero sprechi