Cibo | 17 marzo 2023

Bagna cauda da bere, l'orgoglio torinese festeggia 20 anni gustati "coraggiosamente"

Un piatto della tradizione sabauda taglia un traguardo importante, senza tradire la ricetta storica, ma provando a conquistare anche i nuovi golosi con lo zampino dello chef Claudio Vicina

Bagna cauda da bere, l'orgoglio torinese festeggia 20 anni gustati "coraggiosamente"

Vent'anni di bagna cauda da bere. Cosa c'è di più orgogliosamente torinese di questo piatto della tradizione? Eppure sono già passati due decenni dal 2003, quando la famiglia Vicina (120 anni di storia partendo da Borgo d'Ale, vicino a Ivrea) ha deciso di preparare un biglietto da visita dirompente, nella loro attività di ristorazione che approdava sotto la Mole.

E così, dai tipici contenitori in terracotta e con il posto per la fiammella all'interno, si è passati a una nuova modalità di degustazione per una ricetta che, però, rimane sempre nei cuori dei torinesi. E non solo dei torinesi.

Si passa al bicchiere da Martini, dove gli ingredienti si sommano uno dopo l'altro, abbinando il colore ai gusti, in un gioco di sensi che sfiora la sinestesia. Peperone rosso, zucchine, carota, cavolfiore e barbabietola: uno strato ciascuno.

Due decenni di "rischio", a lieto fine

Vent'anni fa, un quinto di secolo. Una seconda storia che si affianca a quella secolare della pietanza fatta (anche) di acciughe e aglio. Una sfida non da poco.

A voler ben vedere, anche un bel rischio: "È nato come un disegno, quasi uno schizzo, ma da un sottocoppa si è trasformato in una proposta che oggi festeggia un bel traguardo", dice Claudio Vicina, che si occupa della cucina di Casa Vicina, il ristorante di famiglia che oggi si trova al piano più alto di Green Pea e che vede il fratello Stefano a occuparsi della sala insieme a figli e nipoti. "Anche il bicchiere Martini vuole essere un omaggio al simbolo dell'aperitivo torinese", aggiunge lo chef. "Oggi siamo qui a festeggiare un successo quasi inaspettato: vent'anni fa ci siamo presi un rischio, ma nel tempo ci siamo anche messi ad ascoltare i consigli di conoscenti e amici".
E il bilancio finale, dunque, è ampiamente positivo: "Ha ripagato una scelta coraggiosa. Grazie anche al passaparola o ai social network, perché la bagna cauda da bere è molto fotografata e crea curiosità".

Ma anche il Bicerin trova una nuova veste

E il "rischio" lo chef lo prende anche con altre ricette tipiche. Compreso un vero "monumento" come il Bicerin, che però decide di proporre in maniera piuttosto originale rispetto alla tradizione che si tramanda dalle parti della Consolata.

"Lo presentiamo pensando anche ai turisti stranieri, che sono alla ricerca di queste testimonianze della tradizione. Ma cerchiamo di proporlo in una maniera nuova, anche se rispettosa".

Massimiliano Sciullo