News | 23 dicembre 2023

Corbezzolo: l’albero simbolo del tricolore italiano, dai frutti dolcissimi ed amato dalla splendida farfalla Jasio

La fotografa Valentina Pulinetti accompagna i nostri lettori alla scoperta della flora spontanea ligure

Corbezzolo: l’albero simbolo del tricolore italiano, dai frutti dolcissimi ed amato dalla splendida farfalla Jasio

Il corbezzolo è un albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Ericaceae, il cui nome scientifico è Arbutus unedo. Tipico rappresentante della macchia mediterranea, è diffuso nei paesi del mediterraneo occidentale e nel corso degli anni si è diffuso nelle regioni nordiche, spingendosi fino in Irlanda. Nasce spontaneamente quasi lungo tutta la fascia costiera della Penisola italiana ed anche nelle isole maggiori e minori, ad un’altitudine che va dal livello del mare fino ai 500 m s.l.m.

 

 

 

Il corbezzolo viene chiamato Albero Italiano in quanto considerato simbolo del Tricolore poiché in autunno la pianta assume una triplice colorazione: il fogliame di color verde scuro fa da sfondo ai fiori bianchi ed al rosso dei frutti maturi. La simultanea apparizione di questi tre elementi, ha fatto nascere all'epoca del nostro Risorgimento, l'idea di dichiarare il corbezzolo pianta nazionale per la contemporanea presenza dei tre colori della bandiera italiana; ma al di là di questi intenti nazionalistici, per il linguaggio dei fiori, le bianche campanelle del corbezzolo sono il simbolo dell'ospitalità.

 

 

 

La fioritura avviene ad ottobre- novembre con la comparsa di numerosissimi gruppi penduli composti da 15-20 fiori campanulati. Quando il clima non è eccessivamente rigido, essendo fiori ricchi di nettare attirano molte api, fornendo loro il cibo nel periodo tardo autunnale, quando oramai le altre piante sono già sfiorite. Prima del riposo invernale, le api sono in grado di produrre il miele di corbezzolo, apprezzato per il suo particolare sapore. Tuttavia, la possibilità di produrre questo miele sussiste solo nelle zone particolarmente ricche di corbezzoli e nelle quali le temperature non sono eccessivamente rigide durante la fioritura.

 

 

 

 I frutti del corbezzolo sono bacche aventi forma sferica e un diametro di circa 2 centimetri. Ricoperti esternamente da tubercoli rigidi, sono carnosi, dapprima gialli, per diventare poi arancioni ed infine rossi, una volta raggiunta la completa maturazione. È interessante notare che i frutti maturano fra ottobre e dicembre dell'anno successivo rispetto alla fioritura che dà loro origine e che la maturazione avviene in concomitanza della nuova fioritura. Questo è il motivo per cui sulla pianta è possibile osservare sia frutti che fiori nello stesso momento. I frutti si possono raccogliere tra ottobre e dicembre; contengono fino a 400 mg di vitamina C e molti polifenoli con proprietà antiossidanti. Possono essere consumati appena raccolti oppure essere impiegati in diversi ambiti alimentari, attraverso la loro trasformazione in marmellate, composte o canditi. Gli uccelli si mostrano ghiotti di questi dolcissimi frutti soprattutto i merli e i tordi, ma anche i piccoli passeriformi.

 

 

 

 La pianta è amata da una splendida farfalla chiamata appunto Ninfa del Corbezzolo o Jasio (Charaxes jasius). La Ninfa del Corbezzolo è una delle farfalle più belle e grandi che esistano in Italia, con un’apertura alare che può arrivare a otto centimetri. La si rinviene solo nelle regioni costiere con macchia mediterranea intatta, come in Liguria, Toscana e lungo la costa tirrenica meridionale. Non sono solo i bruchi si alimentano della pianta ma anche gli adulti sono ghiotti dei frutti del corbezzolo. La mitologia latina ha celebrato il corbezzolo come una sorta di assicurazione per la tranquillità delle case. Era infatti collegato al mito della Dea Carna, una Ninfa promossa alla funzione di custode degli usci casalinghi. In una leggenda dell’epoca, narrata da Ovidio, Carna era intervenuta per impedire l’assalto alla casa del piccolo erede al trono di Alba Longa da parte di sanguinarie creature volanti chiamate Stigi, un mitico ibrido di uccello-donna. La Dea, chiamata in causa, toccò tre volte la porta con un ramo di Corbezzolo e con altri artifizi segreti salvò il bimbo, promovendo la pianta ad amuleto scaccia streghe.

 

 

 

Ai giorni nostri la pianta viene spesso coltivata anche per uso ornamentale, vista la particolarità decorativa della stessa, infatti nel periodo che si avvicina alle feste natalizie sembra un albero decorato con tante palline colorate. A tal proposito auguro a tutti i miei lettori un Sereno Natale e Felice Anno Nuovo.

 

Valentina Pulinetti è nata a Sanremo nel 1993. Dopo la maturità Sociopsicopedagogica al Liceo C. Amoretti di Sanremo, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova, discutendo una tesi sui diritti delle donne.  Grande appassionata di cavalli pratica l’equitazione fin dall’infanzia.   Ama praticare l’escursionismo in montagna. Da circa 10 anni con la sua reflex immortala la flora e la fauna in particolare del Ponente ligure. Ha partecipato a diversi concorsi fotografici nazionali ottenendo alcuni premi e riconoscimenti.

Contatti: e-mail valep93@virgilio.it Facebook e Instagram (@valentinix28)

Valentina Pulinetti