Dal 1° luglio 2025 in Francia non si potrà più fumare in una serie di nuovi spazi pubblici all’aperto.
Lo ha annunciato il Ministero del Lavoro, della Salute, delle Solidarietà e delle Famiglie con un comunicato diffuso il 30 maggio.
La misura fa parte di un più ampio piano nazionale per la prevenzione delle dipendenze e la protezione dei minori.
Le nuove aree smoke-free
Il divieto riguarda tutti i luoghi all’aperto frequentati da bambini e adolescenti, che si aggiungono agli spazi chiusi già soggetti a restrizioni. In particolare, sarà vietato fumare nei seguenti contesti, durante gli orari di apertura:
- parchi e giardini pubblici;
- spiagge situate presso zone balneabili;
- pensiline e zone coperte in attesa di mezzi pubblici;
- aree vicine a scuole, licei, centri di formazione o strutture per minori;
- zone aperte e perimetrali di biblioteche, piscine, stadi e impianti sportivi.
Molti comuni avevano già introdotto regolamenti locali in tal senso, ma dal 1° luglio il provvedimento entrerà in vigore su tutto il territorio nazionale, secondo modalità operative che saranno definite da un apposito decreto.
Un piano contro le dipendenze
Oltre al divieto di fumo, il governo ha annunciato ulteriori interventi per scoraggiare il consumo di tabacco tra i giovani.
Il 90% dei fumatori inizia prima dei 18 anni: per questo, entro il 2026, entreranno in vigore nuove regole per:
- ridurre la quantità di nicotina ammessa nei prodotti del tabacco e nel vaping;
- limitare severamente gli aromi nei prodotti da svapo, come quelli al gusto caramella o zucchero filato, spesso ritenuti attraenti dai più giovani.
È già in vigore, invece, il divieto totale di produzione, distribuzione e vendita delle sigarette elettroniche monouso, conosciute come "puffs".
Un bilancio pesante per la salute pubblica
Il tabacco continua a essere una delle principali cause di morte evitabili in Francia, con circa 75.000 decessi l’anno, pari a oltre 200 al giorno.
Il costo sociale stimato del fumo supera i 150 miliardi di euro ogni anno.
Le nuove misure rappresentano dunque un ulteriore passo per ridurre l’impatto sanitario ed economico di una delle dipendenze più diffuse.