Nizza e Villefranche-sur-Mer tornano al centro del dibattito sulle crociere di massa, ma stavolta il confronto si gioca più nelle aule del tribunale che in mare.
Il presidente della Métropole Nice Côte d’Azur, Christian Estrosi, aveva cercato di imporre limiti rigidi al traffico delle grandi navi da crociera, ma il suo decreto è stato sospeso d’urgenza dal tribunale amministrativo su richiesta del prefetto delle Alpes-Maritimes, Laurent Hottiaux.
Il cuore della disputa: l’ordinanza firmata da Estrosi il 9 luglio scorso mirava a vietare lo sbarco e l’imbarco nei porti di Nice e Villefranche-Santé per le navi con oltre 450 passeggeri a Nizza e 2.500 a Villefranche.
Prevedeva inoltre un tetto annuo di 65 scali a Villefranche, con un solo approdo al giorno. Una misura presentata come risposta all’impatto ambientale e sanitario del turismo crocieristico di massa.
Ma la prefettura ha reagito subito, impugnando l’atto davanti ai giudici amministrativi. Motivo? Secondo il diritto, la Métropole non ha competenza in materia di regolazione del traffico navale: spetta al prefetto gestire la “police du plan d’eau”, ovvero la disciplina dei movimenti marittimi, mentre i porti sono sotto l’autorità del dipartimento o dello Stato.
Il tribunale ha accolto questa posizione, sottolineando che le misure adottate da Estrosi “compromettono la libertà di circolazione e quella del commercio” e “non possono essere legalmente imposte dalla Métropole”. La sospensione ha effetto immediato, ma non chiude il caso: si attende ora una decisione definitiva sulla validità dell’ordinanza.
Uno strappo istituzionale
La tensione è palpabile anche sul piano politico. Estrosi non ha partecipato alla tavola rotonda convocata dal prefetto con sindaci e operatori del settore per discutere della questione.
Motivo ufficiale: la contemporanea seduta del consiglio metropolitano.
Ma in realtà, al momento dell’incontro, era in municipio a presentare misure contro il degrado urbano.
Il gesto ha irritato molti interlocutori, tra cui Nicolas Plumion, presidente dell’Union Maritime 06, che ricorda: “Quegli scali erano già stati approvati a inizio anno dalla stessa Métropole. Inoltre, Estrosi non ha alcun potere nei porti né in rada: la sua ordinanza era priva di fondamento giuridico”.
Estrosi: “Lo Stato non può restare a guardare”
La reazione della Métropole non si è fatta attendere. In una nota, la presidenza afferma di “prendere atto” della decisione del giudice, ma ribadisce che l’intento era “proteggere la salute dei cittadini e rispondere all’urgenza ambientale”.
La denuncia è netta: “Lo Stato resta silente mentre le collectivités tentano di regolamentare un turismo di massa sempre più invasivo.
Se non verranno adottate misure in tempi rapidi, la Métropole si riserva di adire nuovamente le vie legali, questa volta per denunciare la carenza dell’amministrazione statale”.
Nel frattempo, il prossimo test sarà già lunedì, con lo scalo del Celebrity Equinox in rada a Villefranche.
Una nave da 2.850 passeggeri, ben oltre i limiti previsti, ormai decaduti, dall’ordinanza Estrosi.
La battaglia sulle crociere è tutt’altro che finita. Ma per ora, al timone dei porti, resta saldamente lo Stato.