News | 19 luglio 2025

Expo Osaka: il turismo del futuro passa dalla sostenibilità e dalle aree rurali. Rural e slow tourism la risposta all’overtourism

Italia e Giappone: una roadmap condivisa

Expo Osaka: il turismo del futuro passa dalla sostenibilità e dalle aree rurali. Rural e slow tourism la risposta all’overtourism

All’Expo di Osaka, l’Università degli Studi di Bergamo ha presentato uno studio che evidenzia un dato significativo: il 43% dei turisti è disposto a spendere di più pur di evitare il sovraffollamento. Un tema quanto mai attuale, alla luce della nuova crescita dei flussi turistici in arrivo per l’estate e delle tensioni emerse in molte destinazioni europee tra residenti e visitatori.

Nel 2024 l’Italia ha registrato 129 milioni di arrivi e 458 milioni di presenze, con una spesa turistica complessiva di 33,9 miliardi di euro. In Giappone i numeri sono altrettanto impressionanti: oltre 36 milioni di visitatori stranieri e una spesa record di circa 53 miliardi di dollari. Ma questi volumi stanno rendendo sempre più fragile l’equilibrio tra attrattività turistica e qualità della vita locale.

È in questo contesto che si è svolta la conferenza “Rural Tourism as a Response to Overtourism”, promossa a Expo Osaka dall’Università di Bergamo e ospitata nel Padiglione Italia. Obiettivo: definire strategie condivise tra Italia e Giappone per un turismo più sostenibile e distribuito, capace di valorizzare anche le aree meno note.

Durante l’evento, cui hanno partecipato sei università, 22 relatori e numerose associazioni di settore, è emersa una visione chiara: il turismo rurale ed enogastronomico può rappresentare una valida alternativa alle destinazioni sovraffollate. Oltre il 60% degli italiani lo ritiene un mezzo efficace per distribuire meglio i flussi, e il 67% vede nel cibo e nei prodotti locali un’opportunità di valorizzazione territoriale.

La conferenza ha evidenziato come esperienze legate alla natura, alla cucina tipica e alle tradizioni locali non solo attraggano un viaggiatore più consapevole, ma rafforzino le economie locali e stimolino processi di rigenerazione sociale e culturale.

Un altro tema centrale è stato il ruolo delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale nella raccolta e nell’analisi dei dati turistici, utili a gestire in modo più efficiente mobilità, capacità ricettiva e impatto ambientale. È emersa l’esigenza di passare da una gestione emergenziale dei flussi a una governance territoriale più proattiva, con il coinvolgimento diretto delle comunità locali.

L’incontro ha posto le basi per una collaborazione tra Roma e Tokyo orientata a sviluppare politiche turistiche più equilibrate, che tutelino il patrimonio diffuso e migliorino la qualità della vita dei residenti.

«L’overtourism non si risolve da solo: servono strategie integrate e modelli autentici. Il turismo rurale è una leva concreta per redistribuire i flussi e rigenerare i territori», ha dichiarato Roberta Garibaldi, docente e promotrice dell’iniziativa.

In un’epoca di numeri record e sfide ambientali, la sfida del turismo non è solo attrarre, ma saper accogliere in modo sostenibile. E la risposta, sempre più, potrebbe trovarsi lontano dalle folle, tra borghi, colline e piatti tradizionali.

Claudio Porchia