Il Piemonte è una terra simbolo del grande ciclismo, culla di sfide leggendarie, salite epiche e imprese scolpite nella memoria degli appassionati. Nel corso dei decenni, ha spesso ospitato partenze e arrivi decisivi, diventando teatro naturale delle pagine più emozionanti della storia del ciclismo.
Impossibile non partire dal Santuario di Oropa, divenuto iconico grazie all’impresa di Marco Pantani durante il Giro del 1999. Dopo un problema meccanico in piena salita, il "Pirata" mise in scena una delle rimonte più incredibili di sempre: sorpassò uno a uno decine di avversari e conquistò in solitaria l’arrivo, regalando al pubblico un momento entrato di diritto nella leggenda dello sport.
E che dire della mitica Cuneo–Pinerolo del 1949? Una delle tappe più celebri di tutti i tempi. Fausto Coppi, in una giornata che sembra tratta da un romanzo epico, percorse quasi 200 dei 254 chilometri in solitaria, affrontando valichi durissimi come Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro e Sestriere. A dare voce a quell’impresa, l’indimenticabile radiocronaca:
"Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi."
Le Alpi piemontesi continuano a essere protagoniste anche nel ciclismo moderno, offrendo scenari spettacolari e salite capaci di decidere l’esito delle grandi corse. Sestriere, Prali, Pian del Re, sono solo alcuni dei nomi scolpiti nell’altimetria dei Grandi Giri.
Ma è forse il Colle delle Finestre a rappresentare oggi la quintessenza della sfida ciclistica: inserito per la prima volta nel Giro nel 2005, è una salita leggendaria per la sua durezza e la sua bellezza. Con metà percorso ancora sterrato, il Finestre unisce fatica, tecnica e poesia, regalando emozioni autentiche sia ai corridori che agli spettatori.
Il Piemonte, insomma, non è solo una cornice: è un territorio dove ogni curva e ogni vetta parlano il linguaggio della fatica, della gloria e della passione.