FACEBOOK | 27 agosto 2025

Grasse riscopre la tuberosa, il fiore proibito che incanta i profumieri

Originaria del Messico, la più sensuale delle fioriture torna a dominare i campi e le fragranze della capitale mondiale del profumo

A Grasse, capitale mondiale della profumeria, la tuberosa è tornata a sbocciare. Introdotta nuovamente nei campi una decina d’anni fa, questa pianta originaria del Messico era scomparsa dal paesaggio locale per la sua coltivazione complessa e capricciosa.

Oggi, grazie alla passione di coltivatori e profumieri, è di nuovo protagonista delle composizioni olfattive più raffinate.

La raccolta è una corsa contro il tempo: il fiore sprigiona il suo aroma intenso solo per poche ore. I bulbi, che fioriscono una sola volta, vengono estratti in novembre e ripiantati altrove in primavera, secondo una rigorosa rotazione dei terreni.

La tuberosa richiede pazienza e tecnica, ma il suo ritorno arricchisce le fragranze contemporanee”, raccontano i produttori.

Per chi la coglie, come Marina, è un gesto che diventa naturale con l’esperienza: “È emozionante sapere di toccare il fiore prima che diventi profumo”. Anche Dalida, nuova raccoglitrice, ricorda il primo impatto: “Il suo odore dà le vertigini, ma col tempo diventa un ricordo che non ti lascia più”.

Definita la più profumata del regno vegetale, la tuberosa attraversa poi le fasi di trasformazione che portano al prezioso assoluto, cuore di essenze iconiche come Fracas di Robert Piguet o Carnal Flower di Frédéric Malle.



Già nel Seicento era considerata un fiore “pericoloso”: a Roma se ne vietava l’avvicinamento alle giovani donne, ritenendone l’aroma troppo sensuale. Louise de La Vallière, amante di Luigi XIV, la coltivava nei suoi appartamenti per sedurre il re.

Oggi, nelle colline di Grasse, i suoi effluvi tornano a riempire le sere estive. Discreta e potente, la tuberosa riafferma così il suo posto nella storia del profumo: simbolo di seduzione, mistero e passione.


 

Beppe Tassone