Un ritorno alle origini che profuma di casa e memoria. Stefano D’Onghia, chef e proprietario di Botteghe Antiche, ha scelto di trasformare il suo ristorante in una trattoria autentica, riportando la cucina alla sua dimensione più vera: condivisione, semplicità e tradizione.
«Ho deciso di rallentare mentre tutto il mondo corre, di tornare indietro per andare avanti» racconta lo chef. «Non cerco più l’applauso, ma l’emozione negli occhi di chi ritrova nei piatti i sapori di casa. Mi mancava la trattoria, e ho deciso di ridarle vita.»
Per uno dei locali più apprezzati del territorio, già segnalato in guide di settore, si tratta di un passo indietro solo in apparenza: la scelta segna una nuova identità, più vicina al benessere dello chef, del suo team e dei clienti.
Da oggi Botteghe Antiche è una trattoria radicata nel territorio, con piatti che parlano di ricordi e famiglia, senza fronzoli, ma generosi e riconoscibili: ricette della tradizione contadina, legate alla stagionalità e ai sapori di una volta. «Piatti che sanno di domenica, ma che voglio servire anche in settimana – dice Stefano – a lavoratori, famiglie e ragazzi che non hanno mai vissuto la trattoria di una volta, con le tovaglie a quadretti e il profumo dei sughi.»
A rendere l’esperienza ancora più autentica è la presenza dello chef tra i tavoli: è lui stesso a raccontare i piatti, le storie e le mani che li hanno preparati. Un modo per restituire alla cucina quel contatto umano che spesso oggi si perde.
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