News | 03 novembre 2025

Nizza: nel regno del blu. Le “Geishas Bleues” di Julie Pontaut incantanoil pubblico

Alla Galerie Lou Babazouk, un viaggio poetico tra arte antica e sperimentazione contemporanea, dove il blu del cyanotype incontra l’eleganza del Giappone

Fino a domenica 9 novembre 2025, la Galerie Lou Babazouk 1 di Nizza (8 rue de la Loge) ospita Geishas Bleues, una mostra affascinante firmata da Julie Pontaut, in arte Bleu Cyan Cyanotypes.

Un titolo che è già una dichiarazione d’intenti: il blu profondo del cyanotype, tecnica fotografica ottocentesca, è l’anima di un percorso che unisce delicatezza, memoria e sperimentazione.

Ogni ritratto di geisha è immerso in una luce sognante, un blu che sa di mare e di nostalgia.

A ciascuna figura è accostato un fiore, scelto per il suo periodo di fioritura e il suo significato nel calendario giapponese: dodici mesi, dodici fiori, dodici donne. Le stampe, realizzate su lino bianco o cotone naturale, evocano una bellezza sospesa, intrisa di calma e malinconia.



L’alchimia di Bleu Cyan
Grafica e fotografa, Julie Pontaut fonde l’artigianato con il digitale, rinnovando una tecnica antica con strumenti contemporanei. Il suo lavoro nasce dal dialogo tra passato e presente, dove la manualità incontra la sperimentazione visiva. Il risultato è un universo estetico coerente e poetico, in cui ogni tonalità di blu racconta una storia.
 

Un piccolo regno d’arte e luce
Nello spazio intimo della galleria, l’artista ha creato un microcosmo magico: geishe e fiori giapponesi convivono tra riflessi blu e accenti dorati. Ogni opera è una nuova esplorazione tecnica, impreziosita da dettagli originali. Le cornici, ad esempio, sono realizzate in cartone riciclato, trasformato con tocchi d’oro o d’argento in eleganti “caissons américains”. I nomi dei fiori, tracciati in raffinata calligrafia giapponese, aggiungono un’ulteriore nota di grazia.

Grazie a Bleu Cyan, la via delle piccole gallerie nizzarde si tinge d’Oriente: un invito a lasciarsi avvolgere da un blu che non è solo colore, ma emozione, memoria e arte.


 

Silvia Assin e Beppe Tassone