News | 12 novembre 2025

Turismo enogastronomico: l’Italia conquista gli stranieri con cibo, vino e paesaggi rurali

“Il futuro non si misura più nei numeri, ma nel valore generato: economico, sociale e culturale.” — Roberta Garibaldi

Turismo enogastronomico: l’Italia conquista gli stranieri con cibo, vino e paesaggi rurali

Presentata a Firenze la nuova edizione del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano 2025, curato da Roberta Garibaldi (AITE, Università di Bergamo). Per la prima volta, la ricerca mette al centro la domanda internazionale, analizzando i sei mercati chiave per l’Italia: Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Austria, Svizzera e Francia.

Il “fattore gusto” è determinante: tra il 60% e il 74% dei turisti stranieri ha viaggiato per motivi enogastronomici negli ultimi tre anni.
Quando pensano all’Italia, cibo e vino sono la prima associazione per tedeschi, svizzeri/austriaci e statunitensi (fino al 55%). I francesi fanno eccezione, ponendo al primo posto i monumenti.

A influenzare la scelta della meta sono:

Paesaggio rurale (oltre l’80% in tutti i mercati)

Ristoranti locali e cucina tipica

Per gli americani più che altrove: esperienze a tema e ristoranti gourmet

Le regioni più desiderate? Toscana, Sicilia, Sardegna, Puglia. Sul fronte vino, spiccano Chianti, Etna, Montepulciano e Montalcino.

Non più solo “il piatto iconico”, ma: autenticità, contatto con produttori e chef, esperienze intime e personalizzate (visite in cantina, caseifici, cene in uliveto).

Il budget medio per un’esperienza enogastronomica: 21–60 € per un pasto tipico e 21–40 € per un tour in cantina con degustazione

Il 21% degli americani e il 18% dei francesi usa già piattaforme con intelligenza artificiale per pianificare viaggi. Se un’azienda non è presente in modo strutturato online, semplicemente non viene mostrata.
Il Rapporto invita imprese e territori ad aggiornare i propri dati e ad essere presenti su portali globali come GetYourGuide, Viator, Airbnb Experiences.

Il settore può diventare motore per le aree interne, collegando: agricoltura, artigianato, ospitalità e cultura.

Servono però competenze e nuove figure professionali: dall’hospitality manager al curatore di esperienze enogastronomiche. Obiettivo: elevare la qualità dell’esperienza e generare valore per residenti e comunità.

Il Rapporto completo è disponibile gratuitamente su:  www.robertagaribaldi.it

Claudio Porchia