L’ondata di declassamenti avvenuta negli Stati Uniti, dove tre ristoranti tristellati hanno perso il terzo macaron, aveva generato timori anche in Italia. Ma la “mannaia” non è caduta: i 14 ristoranti Tre Stelle sono stati tutti confermati e il firmamento si amplia con un nuovo ingresso, quello dello chef piemontese Michelangelo Mammoliti.
Situazione sostanzialmente stabile anche tra i Due Stelle, con due nuove entrate — Famiglia Rana a Oppeano (VR) guidato da Francesco Sodano e I Tenerumi a Vulcano (ME) con lo chef Davide Guidara — e una sola uscita: Miramonti l’Altro di Concesio (BS), chef Philippe Léveillé, che passa da due a una stella, unico caso di declassamento in Italia.
Tra le Una Stella, invece, si registrano perdite illustri: Casa Vissani di Gianfranco Vissani a Baschi (Terni) e Arnaldo – Clinica Gastronomica di Rubiera (Reggio Emilia), che deteneva il macaron dal 1959. Perdono la stella anche Porta di Basso (Peschici), Zum Löwen (Tesimo) e José Restaurant – Tenuta Villa Guerra (Torre del Greco).
In totale scompaiono 20 stelle singole, includendo anche i ristoranti che hanno chiuso definitivamente — tra cui il ligure The Cook di Genova.
La Liguria, però, recupera grazie a due nuovi ristoranti stellati:
Rezzano Cucina e Vini a Sestri Levante, con gli chef Matteo Brezzano e Jorg Giubbani
Cracco Portofino, con lo chef Mattia Pecis, premiato anche con il Michelin Young Chef Award 2026.
La Guida 2026 conta così 15 Tre Stelle, 38 Due Stelle e 341 Una Stella. Rispetto alla selezione 2025, i vertici restano invariati — da 14 a 15 i Tre Stelle, fermi a 38 i Due Stelle — mentre nella fascia più ampia si registrano 22 nuovi ingressi, segno della vitalità delle cucine di territorio e di quelle realtà che stanno costruendo una voce sempre più personale.


Claudio Porchia



