Nel cuore pulsante del Trentino, la Cantina La-Vis rilancia la sua storica Linea Ritratti, un progetto che non parla solo di vino, ma segna importanza e la ricchezza delle persone che lo rendono possibile. Qui, la biodiversità non è solo un concetto legato alla natura, ma anche alla pluralità delle identità che compongono la cooperativa: 400 soci, ognuno con la propria storia, uniti in una visione condivisa che mette al centro la qualità, il territorio e il valore umano. “Ritratti” diventa così il volto autentico di una comunità, un’espressione corale e vitale che racconta, attraverso il vino, l’unicità di un patrimonio fatto di paesaggi, tecniche e soprattutto persone.
Nel 1988, in un momento delicato per il vino italiano – segnato dallo scandalo del metanolo – nasce la linea Ritratti, con l’ambizione di dare una svolta concreta alla viticoltura trentina. Le prime varietà ad entrare nel progetto sono Cabernet Sauvignon e Pinot Nero, selezionate per il loro potenziale qualitativo e per la loro capacità di interpretare al meglio il territorio. Alla base di Ritratti c’era un progetto tecnico innovativo, sviluppato a partire dalla zonazione del territorio, una pratica allora pionieristica: scegliere “il vitigno giusto al posto giusto” non era uno slogan, ma una visione strategica che ha saputo anticipare i tempi.
Con questo approccio nasce il Progetto Qualità, che ha portato con sé una vera rivoluzione: riduzione delle rese, attenzione meticolosa alla gestione agronomica, nuove pratiche di cantina. Per la prima volta in Trentino si comincia a parlare di qualità in modo sistematico. La visione era chiara: produrre uva migliore per ottenere vini eccellenti.
Sin dalle origini, Ritratti ha costruito un forte legame con l’arte: le prime etichette si ispiravano ai quadri di Giovanni Segantini, pittore trentino tra i massimi esponenti del divisionismo, capace di raccontare con poesia e forza la vita contadina. Oggi, quel connubio tra vino e arte si rinnova con uno sguardo contemporaneo. Se trent’anni fa l’urgenza era affermare la qualità, oggi il progetto si fonda su valori come personalità, autenticità e vitalità: il protocollo produttivo si evolve, ma resta fedele alla sua anima tecnica ed Il centro del progetto è la vitalità del suolo, della vite e dell’ambiente in cui vive. Infatti, una vite sana, radicata in un terreno vitale, è più resiliente anche ai cambiamenti climatici.
Il territorio gioca un ruolo chiave: le Colline Avisiane, scenario della Cantina La-Vis, offrono terreni freddi e pesanti, mitigati da un clima caldo che consente una maturazione lenta e costante delle uve, mai spinta alla disidratazione. Questa combinazione restituisce vini di grande complessità, pienezza ed eleganza, con una componente salina che ne esalta l’equilibrio: è da qui che nasce l’identità profonda di Ritratti, un progetto tecnico forte, capace di trasmettere personalità e carattere.
A interpretare visivamente questa rinascita estetica e concettuale, La-Vis ha scelto di rinnovare il legame con l’arte in collaborazione con il Mart di Rovereto, la Galleria Civica di Trento e l’Archivio Trentino Artisti Contemporanei (ADAC). Dopo una selezione accurata tra oltre 600 candidati, è stata individuata Margherita Paoletti, la venticinquenne artista contemporanea, capace di cogliere e restituire il senso profondo del progetto. I suoi sei dipinti originali, realizzati dopo un’esperienza immersiva nei vigneti, raccontano una natura che vive dentro l’essere umano, attraverso silhouette femminili che custodiscono fiori, foglie e vita. Un vero ecosistema che funziona, dove arte e vino diventano linguaggi paralleli capaci di emozionare.
La linea Ritratti oggi si compone di sei referenze – Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, Cabernet Sauvignon, Lagrein e Pinot Nero – destinate esclusivamente al canale Horeca. Ogni etichetta è un piccolo universo visivo, che contribuisce a semplificare senza banalizzare la comunicazione del vino, rendendolo accessibile anche alle nuove generazioni. È anche per questo che il progetto ha un focus preciso: ristorazione ed enoteche, ambienti dove l’esperienza e il racconto possono esprimersi con forza.
Anche la bottiglia è un segno distintivo e identitario: si è scelto di riprendere la storica bordolese degli anni ’80, con vetro più spesso, collo corto e spalla spiovente, una forma non comune e riconoscibile, adottata uniformemente per tutti i vini della linea. Una scelta che coniuga tradizione e coerenza visiva, esprimendo il carattere unitario e deciso del progetto con una curiosità: se allineate, le sei bottiglie “si guardano” tra loro, creando un dialogo visivo tra rossi e bianchi: un piccolo segno di armonia e relazione.
Le sei etichette Ritratti in degustazione
• Sauvignon Colore giallo paglierino con riflessi verdi. Al naso note di salvia, litchi, pietra focaia. Fermentazione al 40% in legno per esaltare delicatezza e mineralità. Al palato è secco, teso, con lunga scia sapida.
• Chardonnay Affinato in barrique piccole, stile borgognone. Dorato intenso, profuma di agrumi, frutta esotica e leggere tostature. In bocca è cremoso, elegante, con spiccata mineralità e vocazione gastronomica.
• Gewürztraminer Vinificato in botte grande, floreale e fresco. Note di rosa canina, frutta candita, un residuo zuccherino minimo che lascia spazio alla frutta pura e una morbidezza avvolgente.
• Pinot Nero Affinato in barrique, esprime frutti rossi freschi, spezie e una leggera vena ferrosa. In bocca è elegante, con tannini vellutati e un finale equilibrato.
• Cabernet Sauvignon Rubino intenso con riflessi violacei. Sentori balsamici, cacao, mora e mirtillo. Strutturato, armonico, ideale per l’evoluzione in bottiglia.
• Lagrein Vinificato in botte grande, con freschezza espressiva. Profumi di frutta nera, pepe e caffè. Sorso profondo, pulito e persistente.