Ci sono annate che non si limitano a passare: maturano in silenzio, si caricano di simboli e restano pronte a farsi raccontare. Era il 2012, e a Londra le Olimpiadi accendevano l’entusiasmo collettivo, mentre la scienza scopriva la particella di Higgs, il tassello mancante della materia. In Oriente, il calendario cinese celebrava l’Anno del Drago, portatore di forza e buon auspicio. Nel frattempo, tra i filari della Montagne de Reims e della Côte des Blancs, in Francia l’uva maturava sotto un cielo perfetto, destinata a un grande vino. Ma un vero champagne millesimato sa che l’eccellenza non ha fretta. E così, mentre il mondo correva, la Cuvée Nicolas François 2012 di Billecart-Salmon si prendeva il suo tempo. Perché il gusto dell’attesa è parte del piacere stesso.
Una cuvée nata per durare: precisione millesimale, anima di famiglia
La presentazione ufficiale di questo capolavoro enologico si è svolta in una delle cornici più eleganti di Milano: l’Armani Ristorante, con uno speciale menù ideato dallo chef Ferdinando Palomba per celebrare un’etichetta che racconta oltre due secoli di savoir-faire familiare. La Maison Billecart-Salmon, fondata nel 1818 da Nicolas François ed Élisabeth Salmon, è oggi guidata dalla settima generazione e continua a incarnare lo stesso motto: “Privilegiare la qualità, puntare all’eccellenza.”
La Cuvée Nicolas François 2012 rende omaggio al fondatore e racchiude in sé tutta la precisione stilistica della Maison. Il blend è composto per il 60% da Pinot Noir dei Premier Grand Cru della Montagne de Reims e della Grande Vallée de la Marne (Mareuil-sur-Aÿ, Aÿ, Ambonnay, Bouzy, Verzenay, Verzy) e per il 40% da Chardonnay proveniente dai Grand Cru della Côte des Blancs (Mesnil, Chouilly, Cramant, Vertus). Un insieme che raggiunge l’83% di Grand Cru e il 17% di Premier Cru.
Il 17% è vinificato in botti di quercia, la fermentazione malolattica è parziale, il dosaggio è limitato a 2,9 g/l, e l’affinamento sui lieviti dura ben 150 mesi. Il risultato? Una cuvée concepita per sfidare il tempo. Disponibile in bottiglia e magnum, ogni esemplare è tracciabile digitalmente grazie al sistema My Origin, che racconta la storia del vino, dalla vigna alla sboccatura.
Il tempo nel calice: una voce sottile e profonda
Nel bicchiere, la Nicolas François 2012 si mostra in tutta la sua eleganza: giallo dorato, vivido, attraversato da una effervescenza cristallina. Al naso, un bouquet complesso: frutta matura, agrumi canditi, pera, accenni di mela cotogna e fiori bianchi. Seguono nuance di clafoutis alla pera e vaniglia Bourbon, su una trama minerale che prepara il palato a un sorso avvolgente. In bocca, il vino è ampio, strutturato, ma mai pesante: l’equilibrio è tra forza e finezza, tra tensione e rotondità. Il finale è lungo, vinoso, delicatamente speziato, con una profondità che non cerca l’effetto, ma la memoria.
La serata, oltre ad essere stata il debutto di un millesimato d’eccellenza, è stata un vero e proprio viaggio verticale nel cuore della Maison. Accanto alla Nicolas François 2012, sono stati serviti anche altri due champagne simbolo della famiglia Billecart-Salmon: la Louis Salmon 2012, blanc de blancs da solo Chardonnay Grand Cru, che ha mostrato tutta la tensione minerale e la precisione aromatica della casa, e la Élisabeth Salmon Rosé 2012, di classe disarmante, con un equilibrio perfetto tra finezza floreale e struttura fruttata lasciando un’impressione indelebile, seducente e profonda.
Ogni sorso della Nicolas François 2012 ha raccontato, durante questa memorabile cena, precisione, profondità di un’annata straordinaria. Dodici anni di attesa hanno affinato eleganza, tensione e struttura in un equilibrio raro. È Champagne che lascia il segno, pensato per chi sa riconoscere il valore del tempo. Più che celebrarlo, invita ad assaporarlo ed a ricordarlo.