Itinerari | 28 giugno 2025

Alpes Maritimes: alla scoperta di Breil sur Roya passando dai colli (Foto)

Un itinerario con le foto di Danilo Radaelli

Ci sono luoghi che si conquistano con lentezza, goccia dopo goccia di sudore, seguendo strade che si arrampicano sui colli come fossero pensieri ostinati.

Breil-sur-Roya è uno di questi. Danilo Radaelli, instancabile ciclista-esploratore, ci porta con sé in un tour che è fatica e bellezza, fotografia in movimento e sfida fisica.

La sua scelta non è la più comoda. Dalla riviera basterebbe poco: un salto a Ventimiglia e poi su, seguendo il corso della Roya.

Col de Braus

Ma Danilo preferisce la via impervia, quella che si guadagna metro dopo metro, passando per i colli assolati dell’entroterra nizzardo.

Partenza da Nizza, direzione Turini ed Escarène, poi l’ascesa al Col de Braus (1002 metri), la discesa fino a Sospel, e ancora in salita verso il Col de Vescavo, da cui si scorge, tra le fronde e le rocce, l’arco ferroviario della storica linea Nizza-Cuneo. Dopo 158 chilometri e 2447 metri di dislivello, finalmente, Breil. Una sosta, una foto, uno sguardo, e poi giù fino a Mentone e ritorno a casa.


Col de Vescavo

Il borgo tra le montagne
Breil-sur-Roya non è solo una meta ciclistica: è un piccolo universo sospeso tra Italia e Francia, tra l’asprezza della montagna e il respiro del Mediterraneo. Le sue case si stringono come in un abbraccio lungo la valle.

A sud, l’anima più antica: vicoli stretti, mura medievali, ruderi di un forte e la torre detta La Cruella, a sorvegliare il tempo che passa.

Il cuore moderno del villaggio batte intorno al Lago dei Cigni, bacino artificiale nato nel dopoguerra che regala quiete e riflessi fotografabili.

Il viaggio può partire dalla chiesa di Santa Maria in Albis, barocca, del 1699, costruita su fondamenta più antiche. Da qui, lungo via Torino e i suoi caruggi liguri, ci si perde facilmente tra scorci, cappelle, campanili e scorci di Riviera che sbucano tra le pietre.


Breil sur Roya

Storie di pietra e d’ulivo
Sul versante orientale della collina del castello, un tempo protetto dai bastioni, si incontrano gli uliveti terrazzati che fecero di Breil uno dei principali centri di produzione olearia sotto i Savoia.

Ancora oggi resistono sei antichi mulini, silenziosi testimoni di un’economia contadina ormai scomparsa.

Camminando si scoprono i “crotas”, rifugi in pietra dalla volta a botte, e i “casoun”, casolari rustici con tetti in malta calcarea, costruiti così per via della scarsità d’argilla. Strutture semplici ma ingegnose, incastonate in una natura modellata dal lavoro paziente degli abitanti.


Breil sur Roya

Tradizioni da non perdere
Chi arriva a Breil in estate potrebbe imbattersi in due celebrazioni popolari che raccontano l’identità del luogo. La prima è l’“A Stacada”, festa quadriennale (la prossima nel 2028) che rievoca una ribellione popolare con personaggi in costume e spirito carnevalesco.

La seconda è il “Medj’August”, festa patronale che ogni anno a metà agosto propone picnic, danze e messe sulla collina di Notre-Dame du Mont.


Piène-Haute, la vedetta genovese
Poco distante, la frazione di Piène-Haute sembra uscita da un acquerello. Antica roccaforte ligure, entrata a far parte del comune di Breil solo nel 1947, domina la valle dall’alto di uno sperone roccioso.

Le sue stradine fiorite conducono alla chiesa di Saint-Marc, gioiello barocco con facciata a frontone curvilineo, e alla cappella di Sainte-Elisabeth, edificata dai Penitenti Bianchi.

Breil-sur-Roya non è solo una destinazione. È un luogo che ti mette alla prova, prima con la fatica e poi con la meraviglia.

Un posto da raggiungere pedalando, per coglierne ogni respiro, ogni pietra, ogni scorcio. Perché in bicicletta, lo sappiamo, anche il tempo rallenta. E la bellezza si fa incontro.






 

Beppe Tassone