Itinerari | 06 agosto 2025

PACA: alla scoperta del Col du Buis (Foto)

Un itinerario con le foto di Danilo Radaelli

Altra tappa di 182 chilometri per Danilo Radaelli che ci svela il Col du Buis, un’altra perla del Sud Est francese.

Da Nizza, in sella alla sua bicicletta, ha raggiunto il villaggio di Peyroules, per una “tappa elettrica” per poi proseguire alla volta di Saint Auban e della Clue de Saint Auban.

Poi ascesa con vista sul Col du Buis per  scendere  al villaggio di Entrevaux.



Col du Buis: dove la salita incontra il silenzio
C’è un istante, arrivando in cima al Col du Buis, in cui il respiro si ferma. Non tanto per la fatica, quanto per lo stupore: la vallata si apre sotto di voi, le colline si allungano fino all’orizzonte e il silenzio delle Préalpes d’Azur sembra avvolgere ogni cosa.

A 1.196 metri, questo passo mulattiero, asfaltato solo nei primi anni Duemila, conserva l’asprezza di un tempo, quando le strade si piegavano alla montagna e non viceversa.

Qui, nei dintorni di Briançonnet, piccolo borgo di appena duecento anime, la salita non concede sconti: 2,7 chilometri di pendenza media al 7,8%, con punte oltre il 12%.

Sul versante settentrionale, in particolare, la carreggiata sale senza tregua, ignorando ogni tentativo di ammorbidire il dislivello. Ma è proprio in questa rudezza che si nasconde il fascino del Col du Buis: la fatica diventa parte del paesaggio, e ogni pedalata è un frammento di conquista.



L’itinerario classico segue la strada che porta al passo, attraversando boschi e radure fino a toccare quota 1.200 metri.

Poi si scende, lasciando che il vento raffreddi il sudore, verso il villaggio di Gars. Lì, la strada incontra l’Estéron, fiume che nasce nella Montagna di Treillon, e la pedalata si fa più dolce, in compagnia del rumore dell’acqua e delle rovine di Briançonnet che occhieggiano da lontano.

Per chi cerca la fotografia perfetta, i momenti migliori sono quelli del tardo pomeriggio: la luce radente accende i rilievi di tonalità calde e i tornanti, visti dall’alto, disegnano arabeschi tra il verde e il grigio della roccia.

Per chi invece insegue la sfida sportiva, la doppia anima del Col du Buis — la salita lunga e regolare da Entrevaux e quella breve ma feroce da La Serre — promette emozioni opposte ma ugualmente memorabili.

Che siate ciclisti o fotografi, o entrambi, questo passo vi accoglierà con un dono raro: la sensazione di trovarvi in un luogo dove la montagna è ancora autentica, dove il tempo scorre al ritmo della vostra pedalata e l’unico rumore, in cima, è quello del vento.



 

Beppe Tassone