Eventi | 09 agosto 2025

Vino e tramonti: il nuovo modo di vivere l'estate nel Monferrato A Costigliole d’Asti

Estate in collina: ballando tra i filari con le magiche serate firmate Gozzellino

Incastonato tra le morbide alture del basso Piemonte, Costigliole d’Asti (Costiòle d'Ast in dialetto piemontese) si rivela punto d’incontro tra la storia e la terra, tra la mano dell’uomo e la bellezza naturale. Si arriva comodamente da Milano, Torino o Genova, in poco più di un’ora, e già il viaggio è un’esperienza: strade che si inseriscono tra filari di viti, noccioleti e ville alternate da casali, dove l’aria sicuramente si fa più leggera rispetto alle metropoli e il tempo sembra rallentare.

Siamo nel cuore del Monferrato astigiano, dove le stagioni si lasciano indossare dalla campagna, e l’estate in particolare offre paesaggi che sembrano usciti da un sogno ad acquerello: cieli larghi, colline morbide e l’orizzonte che si apre fino alle Alpi, che nelle giornate più terse circondano l’astigiano come fosse un abbraccio.

Ed eccoci nel paese di Costigliole, custode una storia antica che risale all’epoca romana, attraversa il Medioevo con le lotte tra guelfi e ghibellini già dal 1315, e raggiunge il suo splendore nel Seicento, grazie al Castello degli Asinari, oggi simbolo del territorio e luogo di eventi, cultura, incontri. È in questa cornice, fatta di natura, memoria e qualità della vita, che si colloca l’Azienda Agricola Gozzellino Sergio, fondata nel 1914 ma attiva fin dal 1886, quando la famiglia iniziò a coltivare i primi appezzamenti appartenuti ai marchesi Asinari.

Situata sul Bricco Lù, altura che regala una vista mozzafiato sulle valli circostanti, la tenuta si estende oggi per circa 30 ettari, distribuiti su più direzioni, offrendo varietà di esposizioni e una biodiversità rara. Passeggiare tra i filari, soprattutto nelle ore del tramonto, è un’esperienza intima e immersiva. Qui, il vino non è solo prodotto agricolo, ma racconto continuo tra uomo e paesaggio. Proprio da questa filosofia nascono le “Cene al Chiar di Lu”, un progetto che mette al centro l’emozione, la stagionalità e soprattutto l’incontro umano, con tavolate tra le viti, un cielo stellato come soffitto, piatti della tradizione locale e i profumi della terra che si mescolano a quelli del calice.

I vini Gozzellino nascono con rispetto profondo per il ritmo naturale. In particolare, nei rossi si usa ancora il “cappello sommerso”, tecnica antica che prevede le bucce dell’uva a contatto con mosto vino e vinaccioli per 30/40 giorni per svinare dopo “i Santi nel mese di novembre”, sottolinea il figlio Gozzellino Lorenzo con molta soddisfazione ed orgoglio: questo storico processo dona struttura, profondità e longevità ai vini rossi della casa. Pur senza certificazione biologica ufficiale, la cantina adotta pratiche allineate a questo approccio, con interventi minimi in vinificazione.

Così, ogni etichetta racconta un volto del territorio. Il Cortese si esprime con una freschezza gentile, giocata su note di fiori bianchi e agrumi, mentre lo Chardonnay fermo conquista con sentori di pera matura, burro fresco e una chiusura minerale che dona equilibrio. Il Moscato, profumatissimo, seduce con sfumature di pesca, miele e zagara, restando però sorretto da una vibrante acidità che lo rende dinamico. La Barbera d’Asti, anima rossa della cantina, si propone in versioni differenti: una più immediata, fresca e fruttata, l’altra più intensa e strutturata, affinata in legno, dove si rincorrono ciliegie scure, spezie dolci e cenni di liquirizia. Il Dolcetto, fragrante e diretto, si muove tra piccoli frutti rossi e una lieve nota amaricante sul finale, mentre il Grignolino, fine e aristocratico, offre profumi di fragola selvatica, pepe bianco e un tannino sottile ma ben presente. Infine, il Nebbiolo incarna la complessità e l’eleganza: profuma di rosa appassita, tabacco e sottobosco, e in bocca si distende con nobiltà e profondità, rivelando tutta la potenza gentile di questo vitigno.

Oggi l’azienda guarda al futuro con un progetto ambizioso: la realizzazione di una nuova barriccaia e di una sala degustazione affacciata sul paesaggio, con vista sul Monte Rosa. Un segno tangibile di una visione che non tradisce le radici ma le amplifica, aprendosi a un’accoglienza sempre più raffinata e consapevole.

Raggiungere Gozzellino, dunque, non è solo una gita tra le vigne. È un gesto di riscoperta, un atto di lentezza e piacere. È il piacere di arrivare con calma, attraversando le colline come si attraversa un racconto. E poi arriva il buio, e le luci si accendono in vigna. I calici tintinnano, la musica inizia, le risate si fondono con il canto dei grilli. È lì che il vino, davvero, inizia a ballare.

 

Fulvio Tonello