Oggi, grazie al primo Rapporto sul turismo dell’Aceto Balsamico di Modena e dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, firmato da Roberta Garibaldi in collaborazione con Le Terre del Balsamico, si apre una nuova prospettiva: quella del turismo balsamico come esperienza completa e autentica, capace di generare valore per tutto il territorio modenese.
Presentato in occasione di Acetaie Aperte, il rapporto fotografa un quadro incoraggiante: l’85% degli italiani conosce almeno una delle due tipologie di aceto e il 62% si dichiara interessato a vivere un’esperienza a tema. Tuttavia, solo uno su dieci ha finora visitato un’acetaia. Un divario che racconta di un potenziale ancora inespresso, ma pronto a diventare una leva di sviluppo turistico.
A trainare l’interesse sono la fama internazionale del prodotto, il legame profondo con la terra modenese e l’atmosfera unica delle acetaie, luoghi che cambiano volto con le stagioni e offrono suggestioni sempre diverse. Un vantaggio non da poco, perché consente una destagionalizzazione naturale dell’offerta turistica.
Le motivazioni che spingono i visitatori verso queste esperienze sono varie: curiosità (25%), voglia di conoscere meglio il prodotto (17%), e ricerca di attività nuove (16%). Le esperienze più desiderate confermano la tendenza al turismo esperienziale e sensoriale: ristoranti con menù a tema (57%), degustazioni professionali (54%), corsi di pairing (51%) e lezioni di cucina (50%). Il visitatore cerca gusto e conoscenza, ma anche convivialità, tradizione e autenticità.
Il turismo dei Balsamici di Modena si integra naturalmente con altri percorsi di eccellenza: il 59% degli intervistati lo assocerebbe alle visite ai caseifici del Parmigiano Reggiano, il 53% ai castelli modenesi e il 44% ai luoghi del romanico. Non manca poi il legame con la Motor Valley, segno di una vocazione territoriale ampia e complementare.
Anche la comunicazione si evolve: i social media visivi – Instagram (30%), TikTok (27%) e YouTube (23%) – sono le fonti più utilizzate per cercare ispirazione e raccontare le esperienze vissute. Cresce inoltre l’interesse verso l’uso dell’intelligenza artificiale come strumento per organizzare i viaggi.
“Il potenziale di sviluppo turistico per l’Aceto Balsamico di Modena e l’Aceto Balsamico Tradizionale è altissimo – sottolinea Roberta Garibaldi, presidente di AITE – e i Consorzi avranno un ruolo chiave come attivatori e aggregatori dell’offerta, favorendo la collaborazione tra operatori, DMO locali e guide turistiche.”
“Il report – aggiunge Enrico Corsini, presidente di Le Terre del Balsamico e del Consorzio Tutela Aceto Balsamico Tradizionale di Modena – è uno strumento prezioso per comprendere e sviluppare il turismo legato ai nostri prodotti, promuovendo insieme cultura, ospitalità e tradizione.”
“I Consorzi – conclude Cesare Mazzetti, presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena – sono oggi chiamati a coordinare il nuovo ‘Turismo DOP’, curando accoglienza, sicurezza e storytelling per valorizzare il prodotto come risorsa strategica del territorio.”
L’oro nero di Modena, dunque, non solo conquista le tavole del mondo, ma si prepara a diventare protagonista di un turismo del gusto capace di unire esperienze, cultura e identità. Un viaggio che parte da una goccia e racconta l’anima di un territorio.


Claudio Porchia



