A Grasse, la città dei profumi, aleggia da tempo un sogno che sa di musica e memoria: un museo dedicato a Édith Piaf, la voce inconfondibile che fece cantare la Francia.
È qui, nella sua bastide di Plascassier, che la “Môme” spense la sua voce il 10 ottobre 1963, a soli 47 anni. Ufficialmente morì a Parigi, ma la verità, quella più intima e segreta, è che il suo ultimo respiro fu provenzale.
Oggi, più di sessant’anni dopo, la città potrebbe restituirle un omaggio definitivo: un museo che racconti la sua storia e ne custodisca l’anima.
A guidare l’iniziativa è Ludovic Imbert, pianista grassois di 43 anni e appassionato devoto di Piaf. Nel 2019 ha fondato il festival Grasse à Édith, che ogni luglio celebra la cantante con concerti e spettacoli, e ogni 10 ottobre una messa in cattedrale in sua memoria.
“Non vogliamo un luogo solo rivolto al passato, spiega Imbert, ma uno spazio vivo, dove anche i nuovi talenti della chanson possano esprimersi.”
L’idea ha preso forma grazie alla collaborazione con Bernard Marchois, storico collezionista parigino e presidente onorario degli Amis d’Édith Piaf. A 85 anni, Marchois custodisce un tesoro: oltre un migliaio di oggetti appartenuti alla cantante, dischi d’oro, abiti di scena, lettere d’amore di Marcel Cerdan, fotografie e ricordi inediti.
Il sogno sarebbe esporre questa collezione a Grasse, in un museo di 250,300 metri quadrati nel cuore del centro storico.
Un luogo che non sia solo memoriale, ma anche spazio d’incontro e d’arte, “a immagine di quella che lanciò Charles Aznavour e Yves Montand”, come dice Imbert.
Il progetto, per ora, è ancora in fase di studio. La municipalità, guidata dal sindaco Jérôme Viaud, si è detta interessata ma prudente: «Valutiamo la fattibilità tecnica e finanziaria, con il rispetto che merita l’eredità di Édith Piaf».
Il finanziamento, intanto, dovrebbe arrivare da partner privati e aziende del territorio. L’obiettivo è inaugurare il museo entro il 2027, ma i promotori sanno che servirà tempo e pazienza.
Nel frattempo, Grasse continua a far rivivere la magia di Piaf: questo inverno, nella sala della Rotonde, Ludovic Imbert organizzerà i Bals de la Môme, serate danzanti ispirate al mondo della cantante.
Perché se è vero che “La vie en rose” è nata a Parigi, forse a Grasse, tra i profumi e le colline, può tornare a sbocciare.


Beppe Tassone



