News | 01 novembre 2025

Grasse sogna “La Vie en Rose”: un museo dedicato a Édith Piaf

Un appassionato musicista e un collezionista parigino uniscono le forze per creare, nella città dove la “Môme” morì, un luogo che celebri la sua vita e ispiri nuovi talenti della chanson française

Grasse sogna “La Vie en Rose”: un museo dedicato a Édith Piaf

A Grasse, la città dei profumi, aleggia da tempo un sogno che sa di musica e memoria: un museo dedicato a Édith Piaf, la voce inconfondibile che fece cantare la Francia.

È qui, nella sua bastide di Plascassier, che la “Môme” spense la sua voce il 10 ottobre 1963, a soli 47 anni. Ufficialmente morì a Parigi, ma la verità, quella più intima e segreta, è che il suo ultimo respiro fu provenzale.

Oggi, più di sessant’anni dopo, la città potrebbe restituirle un omaggio definitivo: un museo che racconti la sua storia e ne custodisca l’anima.

A guidare l’iniziativa è Ludovic Imbert, pianista grassois di 43 anni e appassionato devoto di Piaf. Nel 2019 ha fondato il festival Grasse à Édith, che ogni luglio celebra la cantante con concerti e spettacoli, e ogni 10 ottobre una messa in cattedrale in sua memoria.

Non vogliamo un luogo solo rivolto al passato, spiega Imbert, ma uno spazio vivo, dove anche i nuovi talenti della chanson possano esprimersi.”

L’idea ha preso forma grazie alla collaborazione con Bernard Marchois, storico collezionista parigino e presidente onorario degli Amis d’Édith Piaf. A 85 anni, Marchois custodisce un tesoro: oltre un migliaio di oggetti appartenuti alla cantante, dischi d’oro, abiti di scena, lettere d’amore di Marcel Cerdan, fotografie e ricordi inediti.

Il sogno sarebbe esporre questa collezione a Grasse, in un museo di 250,300 metri quadrati nel cuore del centro storico.

Un luogo che non sia solo memoriale, ma anche spazio d’incontro e d’arte, “a immagine di quella che lanciò Charles Aznavour e Yves Montand”, come dice Imbert.

Il progetto, per ora, è ancora in fase di studio. La municipalità, guidata dal sindaco Jérôme Viaud, si è detta interessata ma prudente: «Valutiamo la fattibilità tecnica e finanziaria, con il rispetto che merita l’eredità di Édith Piaf».

Il finanziamento, intanto, dovrebbe arrivare da partner privati e aziende del territorio. L’obiettivo è inaugurare il museo entro il 2027, ma i promotori sanno che servirà tempo e pazienza.

Nel frattempo, Grasse continua a far rivivere la magia di Piaf: questo inverno, nella sala della Rotonde, Ludovic Imbert organizzerà i Bals de la Môme, serate danzanti ispirate al mondo della cantante.

Perché se è vero che “La vie en rose” è nata a Parigi, forse a Grasse, tra i profumi e le colline, può tornare a sbocciare. 


 

Beppe Tassone