News | 26 novembre 2025

Nizza: fino al 22 febbraio 2026 “Camera Obscura”, la mostra dedicata a Michel Graniou, l’alchimista della luce.

Al Museo della Fotografia Charles Nègre di Nizza, un’esposizione di 70 stampe argentiche racconta quarant’anni di ricerca poetica e contemplativa sul mistero dell’immagine. Il vernissage raccontato da Silvia Assin

Fino al 22 febbraio 2026, la Galerie du Musée de la Photographie Charles Nègre ospita “Camera Obscura”, una grande retrospettiva dedicata a Michel Graniou, maestro della fotografia analogica e poeta della luce. 

La mostra, composta da settanta tiraggi al bromuro d’argento su carta baritata, è un viaggio simbolico e sensoriale nel mondo silenzioso e meditativo di Graniou, che da oltre quarant’anni esplora i confini tra arte, natura e tempo attraverso l’obiettivo della sua camera oscura.


Villeneuve-Loubet, tirage au gélatino-bromure d’argent sur papier baryté © Michel Graniou 
 

Un tempio dedicato alla luce
Entrare nella Camera Obscura di Graniou significa abbandonare la frenesia contemporanea per immergersi in un universo sospeso, dove lentezza e contemplazione diventano strumenti di conoscenza.

L’esposizione si apre con una scena simbolica: al centro, l’interno stesso della camera oscura, “cuore” del processo fotografico; ai lati, due leoni di pietra fanno da guardiani tra luce e ombra, vita e morte. Intorno, colonne lignee ornate di fiori e denti di narvalo, reminiscenze di un mondo arcaico, evocano i cabinets de curiosités del Rinascimento, microcosmi di meraviglia che univano scienza, arte e mito.


Puget Rostang, tirage au palladium © Michel Graniou 

Le tre sezioni: naturalia, artificialia, mirabilia
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni ispirate agli antichi gabinetti di curiosità:

  • Naturalia, dedicata agli elementi del mondo animale, vegetale e minerale;
  • Artificialia, che esplora la mano e la mente dell’uomo attraverso opere e manufatti;
  • Mirabilia, omaggio alla bellezza del femminile e alle creazioni più straordinarie della natura.

Ogni immagine di Graniou è il risultato di un rituale lento: dallo scatto con la camera a soffietto al tiraggio manuale in laboratorio, l’artista utilizza procedimenti storici come il palladio, il collodio, la gomma bicromata e il cianotipo. Un lavoro di pazienza e meditazione che trasforma la fotografia in esperienza mistica.


Nice, tirage au gélatino-bromure d’argent sur papier baryté © Michel Graniou

L’essenza delle cose
Nelle sue nature morte e vedute simboliche, Graniou non cerca la realtà visibile, ma la sua essenza nascosta. La sua è una ricerca poetica che dialoga con le “vanità” di Philippe de Champaigne e Zurbarán, con l’intensità mistica dei bodegones spagnoli e con le risonanze letterarie di Baudelaire e Rimbaud.

Ogni immagine celebra un’“unione alchemica” tra luce e materia, dove l’argento, l’oro e il platino diventano strumenti di rivelazione.

Quarant’anni di fotografia poetica
Nato a Nizza nel 1955, Michel Graniou si avvicina alla fotografia da bambino, guidato dal padre. Autodidatta rigoroso e scienziato della luce, ha costruito una carriera lontana dalle mode, dedicandosi a un’arte della lentezza e della riflessione.

Dopo aver lavorato come fotografo del patrimonio delle Alpi Marittime, ha continuato a sviluppare una ricerca personale che unisce rigore tecnico e sensibilità poetica.

Oggi, a settant’anni e a quarant’anni esatti dalla sua prima mostra alla galleria Mossa di Nizza, Graniou celebra questo doppio anniversario con una mostra che è al tempo stesso un bilancio e una dichiarazione d’amore alla fotografia analogica.

  • Mostra: Michel Graniou -  Camera Obscura
  • Luogo: Galerie du Musée de la Photographie Charles Nègre, Nizza

Al vernissage era presente la "nostra" Silvia Assin: le sue fotografie sono inserite al fondo dell'articolo.  

 

Beppe Tassone