Fino al 22 febbraio 2026, la Galerie du Musée de la Photographie Charles Nègre ospita “Camera Obscura”, una grande retrospettiva dedicata a Michel Graniou, maestro della fotografia analogica e poeta della luce.
La mostra, composta da settanta tiraggi al bromuro d’argento su carta baritata, è un viaggio simbolico e sensoriale nel mondo silenzioso e meditativo di Graniou, che da oltre quarant’anni esplora i confini tra arte, natura e tempo attraverso l’obiettivo della sua camera oscura.

Villeneuve-Loubet, tirage au gélatino-bromure d’argent sur papier baryté © Michel Graniou
Un tempio dedicato alla luce
Entrare nella Camera Obscura di Graniou significa abbandonare la frenesia contemporanea per immergersi in un universo sospeso, dove lentezza e contemplazione diventano strumenti di conoscenza.
L’esposizione si apre con una scena simbolica: al centro, l’interno stesso della camera oscura, “cuore” del processo fotografico; ai lati, due leoni di pietra fanno da guardiani tra luce e ombra, vita e morte. Intorno, colonne lignee ornate di fiori e denti di narvalo, reminiscenze di un mondo arcaico, evocano i cabinets de curiosités del Rinascimento, microcosmi di meraviglia che univano scienza, arte e mito.

Puget Rostang, tirage au palladium © Michel Graniou
Le tre sezioni: naturalia, artificialia, mirabilia
Il percorso espositivo si articola in tre sezioni ispirate agli antichi gabinetti di curiosità:
- Naturalia, dedicata agli elementi del mondo animale, vegetale e minerale;
- Artificialia, che esplora la mano e la mente dell’uomo attraverso opere e manufatti;
- Mirabilia, omaggio alla bellezza del femminile e alle creazioni più straordinarie della natura.
Ogni immagine di Graniou è il risultato di un rituale lento: dallo scatto con la camera a soffietto al tiraggio manuale in laboratorio, l’artista utilizza procedimenti storici come il palladio, il collodio, la gomma bicromata e il cianotipo. Un lavoro di pazienza e meditazione che trasforma la fotografia in esperienza mistica.

Nice, tirage au gélatino-bromure d’argent sur papier baryté © Michel Graniou
L’essenza delle cose
Nelle sue nature morte e vedute simboliche, Graniou non cerca la realtà visibile, ma la sua essenza nascosta. La sua è una ricerca poetica che dialoga con le “vanità” di Philippe de Champaigne e Zurbarán, con l’intensità mistica dei bodegones spagnoli e con le risonanze letterarie di Baudelaire e Rimbaud.
Ogni immagine celebra un’“unione alchemica” tra luce e materia, dove l’argento, l’oro e il platino diventano strumenti di rivelazione.
Quarant’anni di fotografia poetica
Nato a Nizza nel 1955, Michel Graniou si avvicina alla fotografia da bambino, guidato dal padre. Autodidatta rigoroso e scienziato della luce, ha costruito una carriera lontana dalle mode, dedicandosi a un’arte della lentezza e della riflessione.
Dopo aver lavorato come fotografo del patrimonio delle Alpi Marittime, ha continuato a sviluppare una ricerca personale che unisce rigore tecnico e sensibilità poetica.
Oggi, a settant’anni e a quarant’anni esatti dalla sua prima mostra alla galleria Mossa di Nizza, Graniou celebra questo doppio anniversario con una mostra che è al tempo stesso un bilancio e una dichiarazione d’amore alla fotografia analogica.
- Mostra: Michel Graniou - Camera Obscura
- Luogo: Galerie du Musée de la Photographie Charles Nègre, Nizza
Al vernissage era presente la "nostra" Silvia Assin: le sue fotografie sono inserite al fondo dell'articolo.












Beppe Tassone



