A Serra de’ Conti il Natale non arriva all’improvviso: si avvicina lentamente, come un racconto che ogni giorno aggiunge un nuovo capitolo. Le vie del borgo si animano di voci, musica e piccoli riti condivisi. Dai balconi scendono canti che si insinuano tra le pietre antiche, mentre il suono delle campane accompagna l’atmosfera raccolta della piazza. Gli zampognari percorrono le strade del centro storico portando melodie che sanno di tradizione, e negli angoli più inattesi compaiono maghi e artisti che intrecciano micromagie e sculture di palloncini sotto lo sguardo incantato dei bambini.
Passeggiando, ci si imbatte nel suono profondo delle cornamuse o nell’allegria improvvisa di un bandino natalizio, capace di trasformare il borgo in un teatro a cielo aperto. Nei luoghi della cultura, come il Museo delle Arti Monastiche, il tempo sembra rallentare: si ascoltano storie antiche, si scopre la tradizione del presepe attraverso i racconti di chi la custodisce, si partecipa a laboratori creativi pensati per grandi e piccoli.
E quando cala il buio, il museo si trasforma in qualcosa di sorprendente. Con l’Escape Room notturna, le sale si animano di mistero: tutto parte dal restauro di un antico diario ritrovato durante gli scavi sotto la piazza, accanto a ossa sepolte da secoli, attribuito al misterioso Padre Orsi. La visita sembra procedere normalmente, finché le porte si chiudono e una voce emerge dalle pagine. La missione è chiara: ritrovare un manoscritto ancora più importante, nascosto chissà dove. Gli indizi sono disseminati tra le stanze, nei dettagli del diario e nei rimandi a figure storiche legate a Serra de’ Conti, come Fra Orsi e Suor Maria Giuseppina Benvenuti, la Moretta di Serra de’ Conti. Collaborare, osservare, lasciarsi guidare dall’intuizione: solo così si può “fuggire” entro il tempo limite. Un gioco, certo, ma immerso nella storia, capace di rendere il museo un luogo vivo e pulsante.
Le giornate scorrono tra giochi, bolle di sapone che fluttuano leggere tra Piazza Gramsci e il Chiostro di San Francesco, truccabimbi che disegnano sorrisi, racconti e letture animate che riportano alla meraviglia dei Natali di un tempo. Il borgo si accende anche grazie ai cori dei più piccoli, alle esibizioni di pianoforte e ai concerti della Centenaria Società Concertistica, che restituisce alla comunità il piacere della musica dal vivo.
Poi, a un certo punto, arriva lui: Babbo Natale. Con la buca delle letterine, il profumo del brulé e dei biscotti caldi, accompagna simbolicamente l’accensione delle luci che trasformano Serra de’ Conti in un presepe diffuso, fatto di pietra, addobbi e calore umano.
Nelle serate più intime si ascoltano narrazioni musicali che parlano di meraviglia e stupore; nelle piazze, i passi di danza diventano auguri in movimento; e quando il Natale è ormai vicino, le voci dei cori riempiono il borgo di armonie d’Avvento. La Vigilia porta uno dei momenti più sentiti: il saluto e gli auguri della comunità riunita in piazza. E nella notte più attesa dell’anno, le campane della Torre Civica annunciano la festa, seguite dal concertino che accompagna il ritorno dalla Messa di mezzanotte, avvolgendo tutti in una musica luminosa.
Così, giorno dopo giorno, Serra de’ Conti costruisce il suo Natale: un intreccio di suoni, incontri, sorprese e tradizioni. Un cammino collettivo fatto di piccole cose che, insieme, raccontano l’essenza più autentica delle feste.
Località: Serra de' Conti (Ancona)
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Marina Salvetto



