In vigne terrazzate con caparbia volontà dall’uomo che ha così modificato le pareti di montagne da fredde scoscese pietraie in orgogliose vigne che vestono i colori che le viti conferiscono loro con il mutare delle stagioni, coltivate senza diserbanti, concimi o antiparassitari. E dove l’uomo interviene ancora con mezzi meccanici e biologici con le pratiche tramandate da generazioni ed adattate alle esigenze della viticoltura moderna, e dove la vendemmia è ancora manuale.
Se poi aggiungiamo che siamo in Val Germanasca a Fontane in quella che è stata una delle più importanti e produttive miniere di talco, e che funge oggi da luogo di affinamento per le bottiglie di bollicine metodo classico andiamo a scoprire una realtà vitivinicola che non è azzardato definire “Eroica”
Tutto inizia con un autin, come si chiama in Piemontese il piccolo vigneto pertinente alla casa colonica e destinato a produrre un limitato quantitativo di uva sufficiente a fare vino ad esclusivo uso famigliare, e nel 2010 Mauro Camusso insieme al cugino Pier Giorgio Gasca decide di dare una possibilità al territorio acquistando nuove vigne e dando così vita all’AUTIN prodotto da uve Chardonnay, Pinot nero e Bian Ver con metodo totalmente biologico (Azienda certificata BIO con sede a Barge) ma soprattutto utilizzando le gallerie dismesse della miniera di talco presente da secoli in Val Germanasca come luoghi di affinamento delle bottiglie di vino che trovano un ambiente privo di luce, ideale per la presa di spuma: 10°C. di temperatura e 90% di umidità costante tutto l’anno. Ed è qui, nel cuore della montagna, in gallerie che si addentrano fino ad oltre un kilometro che avviene questo eccezionale affinamento con operazioni di remuage rigorosamente effettuate a mano e che da origine ai vari AUTIN : Eli Brut (bianco e rosè) 36 mesi, ELI PAS DOSE’ 42 mesi ed un preziosissimo ELI 84 MESI.
Il risultato è un prodotto “bollicine” di livello assolutamente eccelso, tale da non sfigurare ed anzi renderlo competitivo con i più noti ed apprezzati vini prodotti dai nostri cugini d’oltralpe e che confermano il Piemonte come regione in continuo fermento per affermare il ruolo di eccellenza che ricopre nel patrimonio vitivinicolo Italiano.