Con la cena inaugurale presso il ristorante Il Patio di Pollone (BI) si è dato il via alla quinta edizione di Eccellenze del Piemonte in Vetrina, un viaggio dedicato ai sapori autentici piemontesi. Questo primo appuntamento ha acceso i riflettori sul Tartufo Bianco d’Alba, icona della tradizione enogastronomica italiana, evidenziandone il valore non solo culinario, ma anche storico, culturale e turistico.
"Se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna": un proverbio perfetto per descrivere l’edizione 2024 del progetto itinerante organizzato dall’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba in collaborazione con Visit Piemonte con il supporto delle ATL piemontesi, per promuovere il territorio regionale e valorizzare tradizioni e autenticità in un’ottica di turismo sostenibile, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo e dell'Agenda 2030 dell'ONU. Ancora una volta, il prezioso tubero abbandona la sua terra natale per attraversare il territorio piemontese, diventando protagonista di un viaggio che lo rende interprete unico delle tradizioni culinarie locali.
Come un’icona sacra in pellegrinaggio, il Tartufo Bianco di Alba seguirà un percorso studiato, fermandosi in diverse località della regione. Qui, gli chef del territorio lo accoglieranno e lo valorizzeranno con creazioni culinarie che raccontano non solo la qualità del prodotto, ma anche la ricchezza gastronomica del Piemonte.
La prima tappa? Un luogo d’eccezione: il ristorante Il Patio, insignito dalla prestigiosa Corona de ilGolosario 2025 e guidato dalla sapiente mano dello chef Sergio Vineis. La cena inaugurale, tenutasi il 24 ottobre scorso, ha dato il via alla manifestazione con un menu pregiato che ha reso onore al re dei sapori autunnali anche grazie alla preziosa partecipazione di ospiti di spicco quali Stefano Mosca, biellese di origine e direttore della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, che quest’anno celebra la sua 94ª edizione (in corso dal 15 ottobre fino all’8 dicembre 2024); presente anche Marzio Olivero, Sindaco di Biella, ed infine Eugenio Rosano, imprenditore biellese, di origine cuneese (nonché delegato del Club Papillon di Biella, coordinato da Arnaldo Cartotto).
Appuntamento all’Istituto Superiore “Gae Aulenti” di Biella
Per l’incontro conoscitivo e analisi sensoriale del Tartufo Bianco d’Alba è stato scelto questo Istituto, altra eccellenza biellese, per approfondire temi fondamentali come la cerca e la cavatura del tartufo, le tipologie e le caratteristiche degli ambienti tartufigeni, la stagionalità e i metodi per riconoscere la qualità del prodotto. Non sono mancati esempi di abbinamenti con i migliori prodotti agroalimentari ed enologici piemontesi, evidenziando l’integrazione tra tradizione culinaria e patrimonio territoriale.
Questo progetto, organizzato in collaborazione con il Centro Nazionale Studi Tartufo, punta non solo a promuovere il Tartufo Bianco d’Alba, ma anche a celebrare il Piemonte come terra di eccellenze gastronomiche e culturali, ribadendo il legame inscindibile tra prodotto, territorio e narrazione.
I giovani studenti e tradizione: il futuro del tartufo
Un aspetto cruciale di questa edizione è stata la forte attenzione alla formazione delle nuove generazioni. Gli studenti dell’Istituto Alberghiero Gae Aulenti di Biella, infatti, sono stati protagonisti di una masterclass unica, tenuta dall’esperto Natale Romagnolo, giudice del Centro Nazionale Studi Tartufo di Alba e una delegazione di docenti e giornalisti di settore, questi ultimi guidati da Federico Amato di Efficere. Durante l’incontro, il Tartufo Bianco d’Alba (Tuber magnatum Pico) si è rivelato nella sua essenza, non solo come ingrediente pregiato ma come testimone di un patrimonio culturale riconosciuto nel 2021 Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO.
L’obiettivo è ambizioso: trasmettere ai futuri professionisti della cucina una conoscenza profonda e consapevole del tartufo, andando oltre il fascino superficiale di una comunicazione basata sui soli social media. I giovani sono chiamati a diventare custodi di una importante tradizione, capaci di raccontarla e valorizzarla con competenza e passione verso un futuro florido e sostenibile.
Dalle parole di Liliana Allena, Presidente Ente Fiera Tartufo Alba: «È sempre più discriminante il rapporto tra uomo e ambiente, tra natura e artificio. L’educazione e il rispetto della natura, fonte di sostentamento per l’intero Pianeta, è imprescindibile. Il tartufo è tra le più importanti sentinelle di biodiversità: dove non ci sono le condizioni, non prolifera. Siamo partiti da questo assurto per ribadire – anche attraverso la campagna di comunicazione intelligenza naturale, il nostro impegno per salvaguardare un patrimonio di tutti: la biodiversità. Anche quest’anno abbiamo attivato azioni concrete rivolte ad un pubblico allargato, non per forza consumatore del prezioso Tuber Magnatum Pico. Solo con la sensibilizzazione e l’esempio possiamo portare messaggi importanti di salvaguardia e conservazione degli habitat.»
Il programma.
La quinta edizione di Eccellenze del Piemonte in Vetrina è iniziata con la cena al ristorante Il Patio di Pollone (BI). A seguire, il tour ha toccato varie località piemontesi: il 7 e 8 novembre col il turno del Monferrato Astigiano; il 12 e 13 novembre nell’Alessandrino; il 14 e 15 novembre il Cuneese, tra le Valli Grana e Maira; il 20 e 21 novembre toccherà a Novara; il 25 e 26 novembre Torino; il 26 e 27 novembre Varallo e la Valsesia; il 28 e 29 novembre Stresa e la Val d’Ossola.
A dicembre, al Castello di Roddi, saranno sviluppate iniziative in continuità con il tema della 94ª Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, "L’intelligenza Naturale", esplorando la combinazione tra intelligenza artificiale e creatività per valorizzare il Tartufo Bianco e il patrimonio gastronomico. Il 3 dicembre, l'Ente Fiera organizzerà un evento per presentare il percorso creativo a stampa, territorio e istituti alberghieri.
Questo viaggio del Tartufo Bianco non è solo un’occasione per gustarlo, ma un invito a scoprire le tradizioni culinarie che ne esaltano il valore, costruendo un ponte tra la sua origine e le interpretazioni che lo rendono un simbolo della cucina piemontese nel mondo.
PH Fulvio Tonello