Itinerari | 19 luglio 2025

Alpes Maritimes: alla scoperta di Valberg (Foto)

Un itinerario con le foto di Danilo Radaelli

Ci sono escursioni che somigliano a un racconto. E quella che ha portato Danilo Radaelli da Nizza a Valberg: 152 chilometri suscitano uno di quei racconti che si leggono con le gambe, si scrivono con il respiro e si ricordano con il cuore. 

Valberg non è solo una meta: è una storia sospesa tra larici, pietre antiche e una costellazione di emozioni che profumano d’altura.



Dal mare alla montagna, sulle curve del tempo
Valberg si raggiunge arrampicandosi su per le Gorges du Cians e quelle di Daluis, lungo una strada che taglia canyon infuocati, attraversa foreste e pascoli, fino a toccare quota 1681.

E mentre il cuore spinge sui pedali, lo sguardo si arrende allo spettacolo: siamo nel cuore del Parco del Mercantour, a 86 chilometri da Nizza, in un paesaggio che sa di terra viva e silenzio.

Nata nel 1936, Valberg è la più antica stazione sciistica delle Alpi Marittime. Ma il suo cuore batte molto prima di allora.

Su questo altopiano, che un tempo era l’alpeggio estivo delle mandrie di latte delle famiglie di Péone e Beuil, non c’era nulla, se non alcune baite sparse e un’insolita umanità nomade, che seguiva le stagioni con il passo lento delle vacche. Lo chiamavano scalpore: una transumanza umana tra boschi e pietra.



Dalla neve alle stelle
Il primo impianto di risalita fu inaugurato nel 1936: un rudimentale teleluge con slittini trainati da un cavo sul versante della Croix du Sapet. Oggi, Valberg è una stazione quattro stagioni che accoglie famiglie, sportivi e sognatori. n inverno offre sci alpino, racchette, motoslitte e persino equitazione sulla neve. n estate, il paesaggio si trasforma in un parco giochi naturale: trekking, mountain bike, pesca, trail golf, piscine, skatepark.

Le seggiovie restano aperte, come inviti a salire ancora più in alto.

E poi c’è il Sentiero Planetario, un percorso di 9,6 km punteggiato da sculture che rappresentano i pianeti del sistema solare.

Un’installazione tra land art e contemplazione, che inizia dal centro del villaggio e si allunga tra silenzi e orizzonti stellati. Qui cammini letteralmente tra i mondi, in un itinerario che unisce astronomia, arte e natura.



Tra radici e visioni
Valberg non ha mai dimenticato le sue origini. Il nome stesso, ufficialmente adottato nel 1935, deriva da un’espressione contadina: “si va Vallun Montagnaians”, la valle dei pastori.

Oggi quel legame è ancora visibile nella chiesa di Notre-Dame des Neiges, costruita secondo la tradizione montana, con il suo tetto in scandole di larice e i dipinti antichi.

Accanto alla storia, c’è la modernità: attività per bambini, cinema, sala giochi, media center. Ma tutto sembra disegnato su scala umana, come a dire che si può crescere senza dimenticare chi si è.

La pedalata come rito
Arrivare a Valberg in bici è un gesto poetico. Vuol dire attraversare la storia con lentezza, fermarsi a ogni tornante per ascoltare il vento, incontrare l’eco di una mandria lontana, scorgere un falco tra le vette.

È un’esperienza che unisce il corpo alla memoria del luogo, che ti restituisce qualcosa ogni volta che ti spinge a salire ancora.

Valberg non è solo una meta. È un altrove dove la bicicletta diventa un tempo interiore, e il paesaggio, una pagina aperta da leggere in silenzio.



 

Beppe Tassone