Pedalata in Valle Roya per Danilo Radaelli che ha voluto raccontarci, con le sue foto, la bassa valle e, soprattutto, quel vero gioiello che è Saorge.
Poi non si è negato l’ennesima scalata per tornare a Nizza affrontando il Col de Braus.
Il contachilometri racconta la sua performance.
Saorge
Arrivare a Saorge è come compiere un viaggio fuori dal tempo. Il borgo, interamente classificato e inserito tra i Plus Beaux Villages de France®, si arrampica come un anfiteatro naturale sul fianco della montagna, sospeso sopra le gole vertiginose della Roya.
Non a caso viene spesso descritto come un “villaggio tibetano” delle Alpi Marittime, con le sue case in pietra dai tetti viola e verdi adagiate su più livelli e i vicoli che si snodano tra archi e scalinate.
Le prime tracce scritte di Saorge risalgono al 1092, quando viene citata la chiesa di Sainte-Marie, oggi Madonna del Poggio. In epoca medievale fu una roccaforte strategica, difesa da tre castelli e conosciuta come il “chiavistello della Roya” per la sua posizione inespugnabile.
Nel corso dei secoli passò dai conti di Ventimiglia a Carlo d’Angiò e infine ai Savoia, vivendo periodi turbolenti tra guerre, saccheggi, incendi e terremoti.
Il fascino di Saorge si coglie percorrendo la strada panoramica che sale da Fontan: un tracciato spettacolare sospeso sulle falesie.
Dal municipio si raggiunge la piazza Ciapagne, vera terrazza sulla valle, e da lì si imbocca la carrera de l’Incisa, scavata nella roccia nel 1436.
Vicoli e ripide scalinate conducono al cuore del borgo, fino al convento francescano fondato nel 1633, tra gli ultimi esempi di architettura monastica barocca della regione. Il chiostro rettangolare, ornato da affreschi e meridiane dipinte, è oggi residenza per scrittori e musicisti, un rifugio d’arte e di silenzio.
Pochi minuti bastano per raggiungere la cappella della Madonna del Poggio, costruita su uno sperone roccioso all’incontro tra la Roya e la Bendola, mentre nel centro del paese si erge la chiesa di Saint-Sauveur con un organo ottocentesco dei fratelli Linciardi di Pavia.
A completare il percorso spirituale, la cappella di Saint-Jacques, un tempo sede dei Penitenti Bianchi.
Tra storia, natura e spiritualità, Saorge resta un luogo sospeso, dove ogni pietra racconta secoli di resistenza e bellezza, e dove il tempo sembra davvero essersi fermato.