Itinerari | 14 settembre 2025

Alpes Maritimes: alla scoperta de La brigue (Foto)

Un itinerario con le foto di Danilo Radaelli

Lunga pedalata quella che ha affrontato il “nostro” Danilo Radaelli per raggiungere, alla sommità della Val Roya, ai confini con l’Italia, una località ricca di tesori: La Brigue.

Un percorso, da Nizza a Nizza, di 194 chilometri che meritava di essere compiuto.  

Pedalando lungo la Roya, basta alzare lo sguardo per intuire che La Brigue non è un villaggio come gli altri. È la capitale della comunità brigasca, un mosaico di pietra e memoria incastonato tra tre valli, antico crocevia di transumanze, commerci e passaggi di frontiera.

Fino al 1947 era italiana – Briga Marittima – oggi è un comune francese che conserva il fascino severo del Medioevo e l’eco barocca di un tempo prospero.

Chi arriva in bicicletta scopre presto che qui l’arte si legge sulle case: architravi di ardesia incisi con simboli religiosi o filosofici, facciate dipinte, cappelle barocche che punteggiano le piazze.

Il cuore del borgo è place Saint-Martin, dominata dalla collegiata romanico-lombarda, custode di opere del Cinquecento e dell’unico “Presepe” dipinto da Louis Bréa.

Accanto, le cappelle dell’Assunzione e dell’Annunciazione custodiscono organi e decorazioni preziose, mentre poco più in alto i ruderi del castello dei Lascaris ricordano secoli di potere e orgoglio nobiliare.

La macchina fotografica trova ispirazione dietro ogni angolo: dai vicoli stretti che scendono verso il Levenza, ai giochi di luce che accarezzano il Pont du Coq, il ponte quattrocentesco che piega a gomito per adattarsi al terreno scosceso.

Oltre, si apre il sentiero che conduce al santuario di Notre-Dame des Fontaines, la “Cappella Sistina delle Alpi Marittime”: 220 metri quadrati di affreschi tardoquattrocenteschi, un tripudio di colori e simboli che raccontano Passione, Giudizio Universale e devozioni antiche.



La Brigue non è solo pietra e memoria, ma anche vita che si rinnova. Ogni due anni, a luglio, il paese si veste di Medioevo, con dame, cavalieri e mercati.

A fine ottobre, invece, la festa della brebis brigasque celebra la pecora locale, il miele di montagna e i formaggi di alpeggio, in un rito che unisce gastronomia, folklore e il passaggio delle greggi in transumanza.

Per chi viaggia in bici, La Brigue è un approdo e una partenza. Da qui si può salire verso il Col di Tenda e incontrare le vestigia del Vallo Alpino, fortificazioni scavate nella roccia negli anni Trenta.

Oppure si può sostare e lasciarsi guidare dal ritmo lento del borgo, tra un museo che racconta le tradizioni brigasche, una cappella ottagonale, una casa d’api del Seicento.

Ogni strada, ogni pietra sembra dire che qui il confine non divide: piuttosto moltiplica le storie. Ed è forse questo il segreto di La Brigue: un villaggio che ha imparato a custodire il tempo senza smettere di parlarci.


 

Beppe Tassone