Uno dei settori più colpiti da un aumento ingiustificato dei prezzi è quello delle farine e dei prodotti che ne derivano dalla loro lavorazione. Premesso che le farine italiane sono disponibili e rappresentano una nostra eccellenza, il blocco dell’importazione dei grani dall’Ucraina, presenta meno problemi di quanto non si sia portati a pensare.Abbiamo chiesto al titolare di un’azienda tutta italiana, il Molino Agugiaro & Figna e che ha diverse sedi divise fra Padova e Perugia, di spiegarci come stanno realmente i fatti e come comportarci al momento dell’acquisto privilegiando le farine made in Italy.
Ne parliamo con Riccardo Agugiaro, titolare dell’impresa, che è leader nel settore della produzione di grano tenero
Il problema del rincaro dei prezzi delle farine è una questione che preoccupa molto i consumatori. Da addetto ai lavori nel settore, cosa ci può dire a riguardo?
Sto leggendo troppe fake news al riguardo ed è bene che si faccia un po’ di chiarezza nel calderone delle varie notizie, anche perchè tutto andrebbe a scapito delle aziende agricole italiane che lavorano intensamente per portare sulle nostre tavole la qualità e l’eccellenza dei nostri territori. L’Italia è importatrice per il 60% di grano tenero diversamente dal grano duro, di cui siamo importatori al 30% che è quello con cui si produce la pasta, prodotto di cui l’Italia è il maggior produttore mondiale. I campi destinati alla coltivazione di grano hanno bisogno di grandi aree: in un momento, come questo in cui ci stiamo trovando, dove viene chiesto ai contadini di seminare più grano, è chiaro che inficerà in maniera negativa sulla coltura di tutte le altre semine, pomodori, piselli, ecc… cioè tutto quello che fa parte dell’immenso patrimonio della biodiversità italiana.
Da cosa dipende la difficoltà per l’Italia a rendersi totalmente autonomi nella produzione dei grani?
Sicuramente da due aspetti: non abbiamo terreni così grandi da poter contenere tutta la coltura e i fattori climatici non giocano sempre a nostro favore: infatti, perchè un grano raggiunga la giusta maturazione, sono necessarie ampie aree di coltivazione, soleggiato di giorno, fresco di notte e, soprattutto, è necessario che vi sia un frequente innevamento (i nostri nonni dicevano : “ sotto la neve, pane”) poichè la neve, sciogliendosi lentamente, riesce a dare al grano tutti i nutrienti necessari. Come Agugiaro & Figna, spesso agevoliamo l’importazione di grani ad esempio austriaci: le zone vicine a Vienna, presentano estensioni enormi e il clima è quello giusto per lo sviluppo adeguato.<s> </s>Certe varietà di grano in Italia non si possono produrre: ad esempio, le farine “forti” che si utilizzano per i lievitati, perchè nei grani italiani mancano le proteine sufficienti. Se quindi troviamo un panettone realizzato con farina italiana, vuol dire che è stato rinforzato” con del glutine. I grani italiani sono più adatti alla realizzazione del pane comune, dei biscotti a certi tipi di pane toscano o addirittura alla baguette.
Qual è in sintesi la motivazione per la quale si parla di caro prezzi sulle farine che provengono dall’Ucraina?
Personalmente, non amo e non acquisto i grani provenienti dai paesi quali Ucraina e Russia. Il problema del blocco all’import da queste zone di per sé non incide molto per l’Italia poichè importa solamente il 5%: il problema reale consiste nella chiusura del porto sul Mar Nero che ha bloccato anche le forniture dal vicino Kazhakistan. Mancando quel grano, il resto del mondo ha cominciato a comprare dove compriamo noi, Austria e Francia, e questo ha fatto alzare tutto il prezzo del grano, non solo quello italiano, ma per tutte le altre nazioni. L’altro problema consiste nel fatto che l’Ucraina è il più grande produttore in Europa di mangimi per animali, soprattutto mais, di cui si nutrono in maniera massiccia, ad esempio, le mucche. E gli allevatori, temendo di rimanerne senza, hanno cominciato a comprare grandi quantità di grano, facendo schizzare i prezzi.
Il tipo di terreno sul quale si sviluppa il grano, assume importanza?
Non molto. Lo è però l’estensione del terreno e il clima. Per i nostri stabilimenti di Padova e Parma cerchiamo di reperire i grani migliori realizzando delle filiere, con l’obiettivo non di diventare autosufficienti, ma far sì che quel 40% di grano che coltiviamo sia il migliore possibile che si possa coltivare in Italia. La convinzione per la quale il consumatore pensa che l’acquisto fuori dalla nazione sia più conveniente, è sbagliata: il grano da “fuori” costa sempre il 20 o il 30% in più rispetto a quello italiano, perchè è un mercato mondiale. Quindi, essendo l’Italia un paese importatore, i contadini realizzeranno il prezzo del grano al prezzo del loro vicino meno il trasporto. Le aziende agricole non avrebbero nessun vantaggio ad importare un grano che costa di più e che è di pessima qualità.
Cos’è che rende speciale la vostra farina?
Il tipo di lavorazione chiamata MIA, acronimo che di Macinazione Integrata® Autentica, identifica un tipo di farina presentata nel 2021 e concepita attraverso l'utilizzo di un innovativo processo “gentile”, che associa due tipi di molitura, uno a pietra, che purtroppo lavora molto la parte esterna che è la più contaminata dalle microtossine, e una a cilindri, che rovini il meno possibile il chicco di grano, molto sensibile alla luce e a tutte le varie lavorazioni, cercando di mantenere intatte tutte le proprietà nutritive
Noi ogni anno ricerchiamo i grani più buoni, in base all’andamento della stagione e del clima.
Quale farina del molino Agugiaro&Figna consiglia per fare una pizza casalinga di qualità, gustosa e digeribile?
Senza dubbio una farina 00 di forza per la base, poi consiglierei di aggiungere delle farine integrali per dar gusto. Le Tradizionali, Le Naturali, Le Senza Glutine, Le Speciali e Le Professionali è la nostra gamma completa di farine per sbizzarrirsi in cucina e trovare entusiasmo la semplicità del “fatto a mano”.
Per informazioni sui prodotti www.agugiarofigna.com