Itinerari | 06 luglio 2022

I Gigli, fiori nobili, simbolo di potere, ma anche di santità e purezza

La fotografa Valentina Pulinetti accompagna i nostri lettori alla scoperta della flora spontanea ligure

I Gigli, fiori nobili, simbolo di potere, ma anche di santità e purezza

Il giglio, in latino Lilium, è il genere dal quale nasce il nome della grande famiglia delle Liliaceae comprendente ben 700 specie di piante erbacee perenni, spesso bulbose o rizomatose. Originario della penisola balcanica e dell’Asia occidentale, il giglio è stato portato nel bacino del Mediterraneo dai Fenici.

 

È considerato infatti il più antico fiore usato a scopo ornamentale e compare nell’iconografia e nelle tradizioni di diverse civiltà e culti. Infatti a partire dagli albori dell’umanità, i gigli non sono passati inosservati, sono stati fra i primi fiori ad apparire nei bassorilievi assiri, nelle decorazioni vasali dell'epoca cretese e negli affreschi minoici. Il settore dell'araldica, soprattutto quella medievale, ha sfruttato a piene mani il giglio quale marchio visivo del potere assoluto. Dal XII secolo “le fleur de lis” di colore oro, con base azzurra, diviene identificativo della monarchia francese. Un secolo prima, la città italiana di Firenze adotta come suo stemma un giglio rosso su sfondo bianco.

 

 

Per quanto riguarda la morfologia, i lilium sono piante bulbose perenni, hanno fusti eretti la cui altezza può arrivare a superare addirittura il metro e mezzo. Le foglie di colore verde intenso crescono lungo lo stelo, con una forma allungata, tipica di una lancia (lanceolate). I fiori sono generalmente molto grandi, profumati e dalla consistenza carnosa ed hanno in tutto sei petali. La varietà dei loro colori è particolarmente ampia: giallo, arancione, rosso e bianco; dai toni uniformi o sfumati, a volte cosparsi di puntini di colore più scuro. I lilium sono coltivati al giorno d'oggi a scopo ornamentale per abbellire i giardini o anche per essere utilizzati come fiori recisi da regalare.

 

 

In Liguria vivono spontaneamente tre specie di giglio, che sono annoverate fra le più appariscenti ed apprezzate dell’intera flora montana. A causa dell’indiscriminata raccolta, i nostri gigli sono considerati specie a rischio d’estinzione e per questo rientrano tra le specie protette; è pertanto severamente vietato raccogliere le piante o anche parti di esse.

 

Il Lilium martagon (Giglio martagone) è un fiore di rara eleganza, facilmente riconoscibile per il suo bellissimo color rosa che può avere tonalità tenui o accese, macchiate di punteggiature purpuree. Noto anche come giglio a turbante (dal turco martagan), fiorisce in estate nei mesi di giugno e luglio, ad un’altitudine che va da 300 sino a 2.000 metri. Il suo habitat preferito sono i prati montani ma anche i bordi dei sentieri che attraversano i boschi, dove più facilmente filtra la luce del sole.

 

 

Il Lilium bulbiferum (Giglio di San Giovanni) tendenzialmente mostra l’apice della fioritura verso fine giugno, periodo nel quale cade la ricorrenza di San Giovanni (24 giugno) da cui prende il nome. Compare con il suo magnifico colore arancione intenso, nei prati di montagna, nei pascoli abbandonati e sui versanti e pendii scoscesi, nella fascia d’altitudine compresa tra 500 e 1800 metri. Ama le zone soleggiate e calde; in condizioni ottimali tende a formare piccole colonie. La sottospecie tipica presenta foglie superiori provviste di bulbilli, piccoli bulbi scuri, che staccandosi e cadendo sul terreno, possono originare nuovi esemplari. In Liguria cresce soltanto la sottospecie croceum, priva di bulbilli fogliari.

 

 

Il Lilium pomponium (Giglio a fiocco) è sicuramente la specie di giglio più rara, perché si tratta di un endemismo ligure-provenzale segnalato, in Italia, soltanto in provincia di Imperia. Vive nelle praterie aride e sassose, in posizioni soleggiate, tra gli 800 e i 1900 metri di quota. L’infiorescenza possiede un color rosso mattone molto intenso con punteggiature nere. La sua fioritura culmina nel mese di giugno.

 

 

 

È necessaria anche la menzione del Lilium candidum (Giglio di Sant’Antonio) che è la specie classica più celebrata di questo genere di piante. Nella nostra regione la si può osservare come specie coltivata e sporadicamente ci si può imbattere in qualche esemplare naturalizzato. Questa specie dal color bianco candido ha un profondo significato legato alla religione cristiana in quanto associato alla purezza della Madonna e di numerosi Santi. Si dice che Maria, tenendo un giglio in mano, scelse Giuseppe suo sposo, il quale per tale motivo viene dipinto con in mano un bastone colmo di gigli bianchi. Secondo questa visione il giglio significa amore puro, verginità e santità.

 

 

 

Il Giglio bianco ci riconduce anche all’Arcangelo Gabriele, spesso raffigurato nel momento dell’Annunciazione con un giglio in mano, simbolo di purezza e verità. Ma è Sant’Antonio di Padova, patrono dei bambini, colui che conferisce il nome al bellissimo giglio. Il Santo viene raffigurato con candidi gigli che gli furono donati proprio da Gesù bambino nel momento in cui gli apparve. Inoltre i tre petali del giglio stilizzato rappresenterebbero la divina Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo).

 

Valentina Pulinetti è nata a Sanremo nel 1993. Dopo la maturità Sociopsicopedagogica al Liceo C. Amoretti di Sanremo, ha conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Genova, discutendo una tesi sui diritti delle donne.  Grande appassionata di cavalli pratica l’equitazione fin dall’infanzia.   Ama praticare l’escursionismo in montagna. Da circa 10 anni con la sua reflex immortala la flora e la fauna in particolare del Ponente ligure. Ha partecipato a diversi concorsi fotografici nazionali ottenendo alcuni premi e riconoscimenti.

Contatti: e-mail valep93@virgilio.it Facebook e Instagram (@valentinix28)

 

 

 

 

Valentina Pulinetti

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