Vini | 14 febbraio 2024

Festival di Sanremo: i vini astigiani grandi protagonisti della cena di Gala del gruppo Morenews

I vini perfettamente abbinati al menù sono stati presentati dal direttore e dal sommelier dell'Enoteca Amica di Asti. Molto apprezzati dagli importanti ospiti e dalla madrina dell'evento, Manuela Arcuri

Festival di Sanremo: i vini astigiani grandi protagonisti della cena di Gala del gruppo Morenews

L'ottava edizione del Galà del Festival di Sanremonews ha proposto una serata da incorniciare non solo per la gustosa cucina abbinata ad ottimi vini, tutti astigiani, ma anche per il divertimento, la musica, il  pizzico di mondanità, e con un occhio sempre attento a quanto accadeva sul palco dell’Ariston. Il tutto in una location ricca di glamour come Villa Noseda proprio di fronte al Casinò di Sanremo.

Un evento di grande successo e con la presenza di Manuela Arcuri che ha apprezzato il menù e la selezione di vini bianchi di alta qualità provenienti dalla provincia di Asti scelti con grande cura dalla Enoteca Amica di Asti, la prima enoteca italiana aderente a Campagna Amica della Coldiretti.

Al Sommelier di Enotecamcica, Paolo Noto, presente all'evento abbiamo chiesto di presentarci i vini della serata.

Per iniziare un antipasto sfizioso e leggero:

Gambero in Tempura; Calamaro ripieno al Brandacujun; Gianchetti al vapore con vinaigrette di limone ed erba Cipollina con un’Alta langa docg – Blanc de Blanc

 

Abbiamo iniziato la cena con un Altalanga Docg, docg creata nel 2011, un metodo classico che riguarda parte del territorio delle province di Asti, Cuneo e Alessandria data dai vitigni Pinot nero e/o Chardonnay, dal 90 al 100%. La permanenza dei vini sui lieviti di rifermentazione deve essere di minimo 30 mesi per le versioni base e 36 mesi per le riserve. Nel caso nostro, abbiamo servito una bollicina di Borgo Maragliano da Loazzolo, un piccolo comune che da vita anche alla più piccola doc d’Italia (Loazzolo Doc).

Francesco Galliano Blanc de Blancs (solo chardonnay) 2019, con 30 mesi di sosta sui lieviti. Cinque generazioni di contadini che hanno imparato a guardare il cielo e a confrontarsi con l’imprevedibilità del clima e degli eventi naturali. Nel suo lavoro Carlo riflette l’esperienza di generazioni e la volontà di innovare sia in vigna che in cantina: sfida il suo territorio e se stesso cimentandosi in un tentativo mai sperimentato in queste terre dedite alla coltivazione del Moscato, producendo per primo un Metodo Classico da uve Chardonnay e Pinot Nero. L’attuale cantina viene costruita nel 1990. I vini, frutto di un lavoro attento e meticoloso, sono ottenuti partendo da uve Moscato, Chardonnay, Pinot Nero e Riesling. Le basse rese di uva per ettaro, la vendemmia manuale, la cura di ogni dettaglio sia in vigna che in cantina, un moderno impianto di vinificazione, imbottigliamento e conservazione, sono espressione e prova dell’impegno costante della nostra famiglia.

Come primo piatto: Calamarata con ragù di gamberi e calamari e granella pistacchio abbinata a Cortese dell’alto Monferrato Poggio Matteo Castel Boglione

 

Abbiamo proseguito poi con il Cortese dell’Alto Monferrato 2022 di Matteo Poggio da Castel Boglione. L’Azienda Agricola Poggio nasce nel 1899. Nel corso delle generazioni l’Azienda si è specializzata nella coltivazione della vite e nella produzione del vino dedicandosi fortemente al rilancio ed alla valorizzazione del proprio territorio. L’Azienda si trova a Castel Boglione sulle dolci colline situate tra Langhe e Monferrato dove coltiva 10 ettari circa di vigneti siti a 350 metri sul livello del mare, in particolare sulla “Collina Croja”, che prende il nome dai suoi terreni particolarmente poveri, magri, calcarei e ben drenanti, “croja” in piemontese significa magra. Qui si produce il MOSCATO D’ASTI, l’ALTALANGA, il NIZZA, la BARBERA D’ASTI ed il Cortese, vitigno a bacca bianca coltivato prevalentemente in provincia di Asti, sulla sponda destra del fiume Tanaro, e in provincia di Alessandria, sul sistema collinare che unisce Ovada e Acqui Terme a Nizza Monferrato. Dalle spiccate caratteristiche di freschezza, è un vino secco che può avere proprietà leggere o strutturate.

Il secondo piatto: Filetto di orata con vellutata con sedano rapa profumata alla cipolla di Tropea abbinata a Mosca Bianca di Guido Vaida

 

Terzo vino della serata: Mosca Bianca 2018, Escamotage, il riscatto del moscato. il Moscato sembra aver recentemente trovato alcuni giovani produttori disposti a mettersi in gioco – e battersi – per lui; unendo, all’amore per la propria terra, creatività, audacia e incrollabile volontà, in 6 – oggi sono in 10 – hanno dato vita, nel 2019, all’associazione “Aroma di un Territorio” di cui Guido ne è creatore.  Nell’intento di risollevare la terra natia del Moscato, hanno scelto di proporre non un prodotto nuovo, quanto piuttosto alternativo – che di storia ne ha comunque da vendere -: il Moscato Secco, ribattezzato dagli stessi – escamotage. Questo nome contiene la parola Camo, comune nel centro della zona del moscato, dove ha sede l’associazione, e sta a significare come i componenti di questa abbiano voluto aggirare l’ostacolo per poter valorizzare un prodotto in totale indipendenza, con un proprio disciplinare che ne certifica la qualità.

Guido Vada, azienda situata sul confine tra Langhe e Monferrato, nel cuore della Terra del Moscato d’Asti, è uno di questi interpreti, con una splendida 2018, che riposa ben 4 anni in bottiglia.

Guido, giovane prodigio della viticoltura inizia a cambiare metodi di lavorazione in vigneto e di vinificazione in cantina, con la produzione delle prime etichette. Ed è proprio nel 2008 che si cimenta nella produzione di moscato secco, prima per gioco e poi seriamente, rendendo questo prodotto la punta di diamante dell’azienda.

Per concludere in dolcezza, una vera delizia del nostro entroterra Yogurt Puro Caramello salato e Fragola ed una creazione unica, la Tartelletta con crema pasticcera e frutti di bosco abbinate ad un eccellente Moscato Asti Docg.

 

Moscato d’Asti 2023 di Gianni Doglia. Il vino dolce per eccellenza creato da Gianni Doglia, sulla collina dell’Annunziata di Castagnole delle Lanze, comune monferrino della provincia di Asti al confine con le Langhe. L’azienda è nata nel 1947 quando nonno Genio acquistò la vecchia cascina dove ora c’è l’ufficio. La passione vinicola è stata poi tramandata a Marisa, figlia di Genio nonché mamma di Paola e Gianni, l’attuale enologo e agronomo dell’azienda. Dopo alcuni anni di vinificazione di soli vini rossi ad opera di Marisa con il marito Bruno, nel 1995 Gianni realizza il desiderio di vinificare il Moscato, vitigno in cui fin dall’inizio ha sempre creduto tanto da volerne produrre due versioni: La Giostrina e il cru Casa di Bianca. L’azienda oggi produce circa 110.000 bottiglie di cui 60.000 solo di Moscato d’Asti e conta circa 16 ettari di vigneti situati per lo più nel comune di Castagnole delle Lanze e di Nizza Monferrato per la produzione del Nizza DOCG.

 

 

Claudio Porchia

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