News | 30 ottobre 2025

LA CUCINA ITALIANA CANDIDATA ALL’UNESCO

1.500 ristoranti torinesi in campo con EPAT Ascom

Da Torino parte un messaggio al mondo: la cucina italiana è patrimonio vivo, fatto di tradizione, creatività e identità condivisa. Con la campagna “Io amo la cucina italiana”, EPAT – Associazione dei Pubblici Esercizi di Torino aderente ad Ascom Confcommercio, mobilita 1.500 ristoranti del territorio a sostegno della candidatura della cucina italiana come Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO, in vista della decisione del 10 dicembre a Nuova Delhi.

Le 5.168 imprese di ristorazione attive a Torino e provincia (oltre 9.800 in Piemonte) rappresentano un settore che genera 137 milioni di euro di valore turistico (fonte FIPE) e incarna i principi fondamentali UNESCO: trasmissione tra generazioni, legame col territorio, sostenibilità e rispetto delle diversità culturali.

La campagna, presentata nella sede Ascom Torino, vede la partecipazione di Maria Luisa Coppa (presidente Ascom), Vincenzo Nasi (presidente EPAT Fipe), Claudia Porchietto, Paolo Chiavarino, Guido Bolatto, Giulio Genti, oltre agli chef Matteo Baronetto e Marco Sacco e ai ristoratori Stefano Vicina e Maurizio Zito. Tutti hanno ribadito come la ristorazione non sia solo economia, ma cultura e comunità.

Grazie alla collaborazione con gli studenti dell’ITS Academy Turismo Piemonte, i materiali promozionali saranno distribuiti nei locali aderenti, accompagnati da momenti di racconto e dialogo. La campagna sarà amplificata da un’intensa attività social per coinvolgere il pubblico e creare un sostegno diffuso alla candidatura.

Dopo il riconoscimento UNESCO per la dieta mediterranea, la cerca del tartufo e l’arte del pizzaiolo napoletano, l’Italia propone oggi la cucina italiana nel suo insieme, un sistema di saperi, relazioni e pratiche che unisce territori e generazioni.

“La cucina è il linguaggio più diretto e universale per raccontare una cultura,” sottolinea Maria Luisa Coppa. “Dietro ogni ricetta c’è una storia, una memoria, un’identità.”

Per Vincenzo Nasi, “questa candidatura è già una vittoria per la ristorazione italiana: celebra la forza delle radici, la qualità e la capacità di emozionare con autenticità.”“Serve un tavolo di lavoro che sostenga la cultura gastronomica con visione e concretezza,” aggiunge Matteo Baronetto.

Gli chef e i ristoratori protagonisti della campagna interpretano la candidatura come un riconoscimento alla sapienza delle generazioni, alla qualità artigianale e alla forza della tradizione.

Da Torino all’UNESCO, “Io amo la cucina italiana” è più di una campagna: è un atto d’amore verso una cultura che si assapora, si condivide e si tramanda.