Itinerari | 09 novembre 2025

Alpes Maritimes: alla scoperta di Gourdon (Foto)

Un itinerario con le foto di Danilo Radaelli alla scoperta del Dipartimento delle Alpi Marittime

C’è un punto della strada che sale da Pont-du-Loup in cui Danilo Radaelli in sella alla sua bicicletta, sospeso tra l’asfalto e l’azzurro, ha l’impressione di inseguire il cielo.

 È lì, proprio in quella curva dove la Costa Azzurra smette di essere solo un paesaggio marino, che si concede la prima anticipazione: Gourdon, villaggio-fortezza abbarbicato a 760 metri, balcone naturale da cui l’entroterra osserva silenzioso il Mediterraneo.



Dove la conquista è parte del paesaggio
Pedalare fin quassù non è una semplice gita: è una progressione di profumi, lavanda, ginestra, timo e di tornanti che disegnano la montagna con linee lente.

La ricompensa arriva in un istante: un pugno di case di pietra, un nido d’aquila medievale che sembra sorvegliare le Gorges du Loup e custodire un mondo a parte.

Dentro le mura, i passi o le tacchette da ciclista, risuonano su vicoli di ciottoli che non conoscono fretta. Botteghe di vetrai e artigiani, profumieri che raccontano la vicina Grasse con essenze e fiori, piccoli atelier dove la modernità resta fuori dalla porta: ogni scorcio sembra chiedere di essere fotografato, ma anche custodito.



Il castello dove la storia guarda lontano
Al centro del villaggio, il castello ricorda a tutti che Gourdon non fu solo rifugio, ma roccaforte: bastioni che un tempo difendevano, ora proteggono un’armonia più lieve. I giardini disegnati da André Le Nôtre, lo stesso che modellò Versailles, si aprono verso un orizzonte vastissimo: oltre ottanta chilometri di paesaggio che sfumano dalle Alpi Marittime al blu del mare.

Una vista che non ha bisogno di filtri, semmai di un respiro profondo.

La discesa come memoria
E poi si riparte. La gravità restituisce velocità alle ruote e il vento alla pelle. Ma un tratto di quella luce resta attaccato allo sguardo, come il sale quando si torna dal mare: la sensazione di essere passati per un mondo sospeso, dove pietra, cielo e aria di montagna hanno deciso, una volta tanto, di mettersi d’accordo per l’inquadratura perfetta.

Chi fotografa lo sa: certi scatti si fanno con la macchina, altri con le gambe. Gourdon regala entrambi.



 

Beppe Tassone